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Election day

Repubblicani di tutto il mondo, unitevi! Make America Great Again!
Mi reputo filoamericano da sempre e per me gli Stati Uniti sono un modello da imitare, perciò speravo in una vittoria di Donald Trump ancorché questa alla vigilia delle elezioni fosse alquanto improbabile. Il commento più bello che ho letto è il seguente: “Brexit carbon copy”. 
Stanotte ho iniziato a seguire le dirette televisive con una forte disillusione, ma tutt’a un tratto i miei occhi hanno cominciato a colmarsi di gioia. Appena le nobili terre dell’Ohio e della Florida si sono fatte repubblicane mi sono chiesto se stessi sognando o se fossi desto. Stentavo davvero a credere ai dati che calmi e placidi passavano sovrimpressione, perciò ho cercato di capire se invece di una proiezione elettorale io non stessi assistendo a una proiezione onirica.
Per assicurami del mio stato di veglia ho tirato fuori “Alchemy Live” dei Dire Straits e ho messo in repeat “Sultans Of Swing”, poi ho cominciato a muovermi scompostamente per la stanza come se fossi stato in preda al tarantismo; mi sono anche fatto una sega che comunque mi sarei fatto a prescindere dallo stato di eccitazione, poi ho continuato a ballare fuori tempo come farebbe un epilettico se avesse una crisi a un concerto degli Earth, Wind & Fire.
Già avevo deciso nella mia vita di non avere figli, ma ora ne sono ancor più convinto perché mi chiedo come la paternità possa anche solo accennare una gioia più grande di questa.
Non so quale cazzo di direzione prenderà il mondo, ma questo voto dimostra che l’Occidente è ancora fedele a se stesso e mi auguro che tutto ciò echeggi anche nella Vecchia Europa.
Sembra che le favolette del razzismo e del sessismo non abbiano avuto presa su una parte dell’elettorato, difatti Trump ha ricevuto preferenze anche dalle minoranze etniche: strano eh? Voglio che governino uomini con le palle di acciaio, che non abbiano paura di dire parole fuori posto e i cui errori non siano dettati dalla malafede, ma da quella condanna alla perfettibilità che è propria della gente comune. Affermare le identità nazionali e salvaguardarne l’eredità non sono propositi che scadono necessariamente nella xenofobia o nella becera ignoranza di cui tanti illuminati del cazzo tacciano chiunque la pensi diversamente da loro, bensì costituiscono un diverso modus operandi per dettare quei cambiamenti da cui la storia non si può esimere.
Un caro pensiero a forma di dito medio per tutti i sondaggisti del cazzo, per i socialisti che vogliono affossare il sogno americano e per ogni altezzoso figlio di puttana che è sordo alle istanze del volgo, senza che per una volta questo termine abbia una sfumatura negativa.

Francesco

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