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Turin Marathon 2016

Domenica ho corso la maratona di Torino che valeva anche come campionato mondiale militare e campionato italiano interforze, perciò vi si respirava un clima solenne. Quando sono andato a ritirare il mio pettorale, il giorno prima della partenza, ho assistito anche alla sfilata degli atleti che l’indomani si sarebbero dati battaglia per il summenzionato titolo del mondo. 
La mia è stata una gara senza infamia e senza gloria, tuttavia posso ritenermene soddisfatto. Sono partito forte perché le sensazioni erano buone, di conseguenza mi sono attestato su un passo di poco inferiore ai quattro minuti al chilometro e fino al trentatreesimo ho mantenuto una media di quattro minuti netti, ma poco dopo quest’ultima frazione ho sentito una fitta al fianco destro: sua maestà il fegato! Ho camminato per almeno tre minuti, ho fatto dei respiri profondi e alla fine ho ripreso a correre con l’intenzione di giungere comunque al traguardo sotto le tre ore: in qualche modo ci sono riuscito! Suppongo che la mia crisi sia scaturita dal mio approccio aggressivo che si è scontrato con il caldo della seconda metà di gara e con un tracciato un po’ ostico ancorché non durissimo. Ho tagliato il traguardo in 2 ore, 58 minuti e 58 secondi, così mi sono classificato centotredicesimo e quinto di categoria.
Anche questa mia sesta maratona l’ho conclusa sotto le tre ore, perciò sono contento perché non è da tutti gli amatori l’abbattimento regolare di questo muro psicologico, ma alcune volte risulta più facile di altre e non escludo che prima o poi io possa sbatterci il muso.
Come premio di categoria ho ricevuto un buono di benzina da venti euro che ho usato subito e una bella felpa. Ho osato e questa volta sotto il profilo cronometrico non è andata benissimo, infatti se avessi distribuito meglio lo sforzo avrei fatto registrare un tempo più basso e mi sarei stancato di meno, però sono davvero felice perché ho recuperato una gara compromessa e ne è uscito un ottimo allenamento in prospettiva di altre maratone.
Ho intenzione di ripetermi a breve e l’altro ieri, appena due giorni dopo la maratona, ho sciolto un po’ le gambe con venti chilometri e mezzo a 4’49” di media: per me, niente male!
Oltre al lato sportivo voglio aprire una parentesi personale. Il mio ritorno nella città sabauda, precisamente il mio secondo soggiorno torinese, mi ha fatto ricordare dei bei momenti che là vi vissi tre anni or sono per conto mio. Sono anche tornato a mangiare nello stesso ristorante giapponese dove cenai la prima volta e ho persino riconosciuto la cameriera che già allora mi servì svogliatamente. Trovo qualcosa di buffo nell’eterno ritorno delle cose. Ad maiora.

Francesco

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