Sabato mi sono recato a Firenze per prendere parte alla mia terza edizione del Passatore, ma ho sbagliato a interpretare la gara e mi sono ritirato al quarantottesimo chilometro, in cima al Passo della Colla, il punto più alto del percorso: non me ne sono pentito affatto!
Quest'anno il caldo torrido ha provocato molti ritiri, ma nel mio caso non è stato determinante e se avessi impostato correttamente la prestazione sarei riuscito a contenerne gli effetti, quindi non accampo la scusa delle alte temperature! Ho sbagliato io perché ho deciso di non portarmi l'orologio e ho voluto farne a meno per non avere l'assillo cronometrico, ma in questo modo mi sono affidato solo alle sensazioni (che la prima volta mi fecero fare una grande gara) e non mi sono reso conto di quanto il mio passo fosse troppo veloce per le mie capacità. Ho transitato a Borgo San Lorenzo, a circa trentuno chilometri e mezzo dalla partenza, in due ore e trentadue minuti, perciò con un passo di quattro minuti e quarantanove secondi al chilometro: un vero e proprio suicidio. I polpacci sono diventati di marmo poco dopo il quarantesimo e ho fatto bene a ritirarmi prima che sopravvenissero i crampi: non ero nelle condizioni di terminare la gara.
L'ottimo risultato della mia prima sei ore e tutti i chilometri che ho macinato negli ultimi mesi mi avevano dato un'iniezione di fiducia, inoltre alla partenza mi sentivo bene ed ero fiducioso, ma ho vanificato tutto e, per quanto tenessi a questa gara, è anche vero che un secondo dopo il ritiro non me ne è fregato più nulla. Gioisco per i successi e faccio spallucce ai disastri.
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