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Un inevitabile ritorno

Da alcune settimane ho ripreso ad allenarmi con una certa intensità. Ho messo molti chilometri nelle gambe e non mi sono fatto mancare le salite. La corsa mi ha dato molte gioie e mi ha fatto creare ricordi stupendi, ma non voglio relegarla al passato e spero che per molto tempo ancora faccia parte del mio presente: il futuro è un'astrazione che voglio ingombrare il meno possibile.
Sto ritrovando dentro di me le giuste motivazioni per costringere il mio corpo a soffrire di nuovo e sono esaltato dalle sfide che mi si prospettano. Ho cercato per un po' qualcosa che fosse al di fuori di me, però ho trovato soltanto della sabbia di cui le mie dita non hanno trattenuto manco un granello e così m’è parso di capire ciò che ho udito più volte: "L'unica via d'uscita è dentro".
Non so dove mi porterà questo ritorno all'agonismo e in fondo non me importa nulla poiché il senso è nel transito, non nella destinazione: trovo questa considerazione tanto banale quanto valida e non l'avrei mai scritta se mi fossi votato all'infruttuosa ricerca di un'ostinata originalità.

Francesco

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