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Archivio onirico: sogno n. 22

Pubblicato venerdì 18 Settembre 2015 alle 03:40 da Francesco

Per quattro mesi non sono riuscito a trattenere ricordo alcuno della mia attività onirica: nei casi migliori ho rimediato dei frammenti del tutto inutilizzabili per miei sforzi interpretativi, dunque mi sono sorpreso quando qualche notte fa ho sognato che un serpente mi mordeva al collo.
Ho collegato la scena suddetta al lavoro d’esegesi che sto compiendo su Così parlò Zarathustra di Nietzsche, difatti in un capitolo dell’opera appare una vipera che morde Zarathustra alla gola. Nel testo il significato del morso è un attentato al Logos (tramite la gola), però là non ha effetto perché Zarathustra è un archetipo come il serpente e a questi dice persino di riprendersi il suo veleno perché non è abbastanza ricco da regalarglielo! Tale interpretazione proviene da Jung e non trova spazio nella mia realtà, non v’è modo di applicarvela, di conseguenza suppongo che il mio inconscio si sia servito di questa immagine per veicolarmi un messaggio che nulla ha a che fare con l’origine da cui ha tratto le proprie sembianze e con le quali mi si è palesato.
Credo che questo sogno presenti molteplici aspetti e, malgrado le mie sciocche resistenze, non intendo trascurare nessuna di quelle possibili interpretazioni che considero un po’ sconfortanti. Anzitutto il morso del serpente può rappresentare un monito dell’inconscio affinché mi svegli e prenda determinate decisioni, ovvero che io cambi pelle, però in questo caso tutto ciò scaturisce dalla mia sessualità inespressa e di ciò io sono certo. Quanto ho appena scritto si lega ad una concezione di Jung, quella secondo cui il serpente esprime il conflitto tra ragione e sentimento che in me si manifesta in un modo preciso; in altre parole una parte di me desidera la carnalità e al contempo un’altra mi costringe a rinunciarci (ecco il conflitto) perché io non voglio avere dei rapporti sessuali che non siano il coronamento di un profondo affetto né voglio dell’affetto che prescinda dalla passionalità (ed è per questo che non ho amiche).
Per Freud il serpente rappresenta il pene (tanto per cambiare), però non è per questa ragione che sessualizzo il sogno in questione e tutt’al più ci ritrovo un’ulteriore conferma oltre a quelle imprescindibili della mia esistenza cosciente.
In questo periodo la mia libido è al minimo storico e ricorro alla masturbazione solo come forma d’igiene per la prostata, quasi svogliatamente, perciò ipotizzo che in me si stia facendo strada una sorta di rassegnazione e probabilmente è da questa che l’inconscio mi mette in guarda: è come se stessi andando contro la mia natura. Non sono capace di conciliare la mia visione dell’amore con la realtà perché non dipende solo da me e sebbene io abbia imparato a non farmene più un problema, fin quasi al punto di rinunciarvi spontaneamente, non posso certo pretendere che di tanto in tanto il mio inconscio non scalci.
La figura del serpente nei sogni ha molteplici significati ed è una figura archetipica su cui potrei spendere molte parole, buone e non, ma preferisco fermarmi qui perché non intendo divagare.

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