Ogni tanto mi torna in mente chi mi parlò di fili karmici: l’ultima volta mi disse che il futuro giace sulle ginocchia di Giove. Mi domando dov’ella sia e quali vette avremmo toccato se fossimo stati in grado di conoscerci, però mi chiedo anche se quei fili ci leghino ancora impercettibilmente.
Eravamo su due vie simili, intenti a raggiungere una meta comune, al di fuori di noi e al di fuori delle relazioni con gli altri: strade parallele, sì, che per definizione non si sono mai incontrate. Può darsi che lei si trovi ancora nel deserto o abbia già lasciato le dune su cui io sono ancora nomade. Forse un giorno ci vedremo e non ci riconosceremo o magari scambieremo un saluto di primo acchito in altre dimensioni. Il viaggio sembra ancora lungo e le possibilità innumerevoli.
Persevero in forti esperienze di autoconoscenza e giorno dopo giorno sento i miei simili sempre più distanti, ma non m’illudo di essere poi così diverso da ciò a cui comunque non appartengo.
Avverto il bisogno della condivisione da quando ho memoria di me, tuttavia non posso accettare compromessi che minino l’autenticità dei miei propositi: è una situazione complicata, di difficile soluzione e da cui a volte ho l’impressione che non possa districarmi. Pago a caro prezzo tutta la mia lucidità, forse più di quanto valga. Nel deserto sussurro un nome ed è subito silenzio.
Proseguo.
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