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Impressioni di luglio

I rumori sordi e le traiettorie cieche descrivono le disabilità d’ogni dio, anche del più venerando. La testa tra le nuvole, qualche aureola e alcune favole: c’erano una volta detriti e corpi bruciati. Mi sembra che sia atteso sempre qualcun altro o qualcosa di diverso: altre temperature, vecchie fiamme, nuove riforme, talvolta invece la sola morte.
Non vedo nulla di male nel libero mercato delle opinioni, d’altronde se lo criticassi non farei altro che parteciparvi in misura maggiore: almeno in questo modo non cerco intermediari diretti e non mi assumo alcuna responsabilità verso chiunque decida di sdoganarle alla propria attenzione. Non maneggio con cura le parole vuote perché queste non costituiscono un pericolo, bensì solo un ronzio molesto. Chiunque può prendere una parte per le ragioni più disparate e chiunque può dire tutto nonché l’esatto contrario, però dubito che in questa ridda di identificazioni siano coinvolte altre istanze oltre alle figliocce disconosciute dall’Io: la realtà patrocina l’evento senza ricevere niente in cambio, manco una scalfittura. Il noumeno non si tocca. A me importa poco di tutto, ma non trascuro niente. Di settimana in settimana imparo qualcosa di nuovo, però potrei fare di meglio e in lassi di tempo più ristretti se la mia capacità di apprendimento si trovasse sulla soglia dell’autismo. Mi perdo nell’anonimato dei normodotati, non c’è il fuoco sacro d’alcuna passione in me, però mi sento perfettamente a mio agio nella condizione d’entità trascurabile. Chissà come sono passato dalla cronaca ermetica delle prime righe ad un punto così distante e diverso da quello dell’esordio: forse precipitando; la forza di gravità, croce e delizia.

Francesco

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