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Nell’ordine delle cose

Il mondo non è cambiato granché dal giorno della mia nascita e qualche volta mi chiedo se io lo abbia frequentato già altre volte prima di ripiombarci nell’attuale incarnazione. È un peccato che il mio ateismo mi precluda un’adesione convinta alla metempsicosi.
Da qualche parte le bombe esplodono e fanno un grande rumore, altrove deflagrano allo stesso modo però quelle onde d’urto e quei morti si limitano gonfiare delle statistiche che tutt’al più aggiornano il repertorio di qualche terzomondista. Ovunque io appoggi l’attenzione, in qualche grado, scorgo violenza, ignoranza, fanatismo e prevaricazione: da un’impiegata pubblica affetta da secchezza vaginale fino al più determinato dei salafiti. Non posso cambiare il mondo, perciò mi concentro su me stesso e cerco di perseguire l’evoluzione della mia persona, tuttavia non ne faccio una ragione di vita perché anche in questo caso la morte è un’azionista di maggioranza… Passerò giorni migliori degli attuali, di questo posso dichiararmi sicuro senza che intervenga un ottimismo di facciata. Malgrado tutto avverto in me una propensione naturale a ricercare quanto sia capace di giovarmi e non bastano le parole per invertire questa tendenza, nemmeno le mie. È un po’ di tempo che non mi regalo le analisi del sangue, ma tengo sotto controllo quei valori che ho avuto il piacere di demolire su consiglio di un tedesco sifilitico.
Uso l’esperienza, le intuizioni e l’amor proprio per farmi scudo contro l’impazzimento generale a cui assisto quotidianamente. Si avvicendano giornate terse e calde dalle quali cerco di trarre il meglio. Non mi aspetto che qualcosa cada dal cielo, né manna né i frammenti di un meteoroide. Trovo paradossale come io mi avvii verso il mio ventinovesimo compleanno meno disilluso che in passato, ma ne sono contento. Ho lanciato lontano buona parte del mio disfattismo, proprio ora che potrebbe farmi comodo. Sono colpevole d’istigazione alla serenità.

Francesco

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