Non riesco a prendere sonno e non mi va di rigirarmi nel letto senza la possibilità di avere delle convulsioni, perciò mi diletto a gettare qualche parola al vento anche se non ho nulla di personale contro Eolo. La decadenza di quest’epoca esercita un certo fascino sul sottoscritto, ma talora non riesco ad apprezzarla a pieno perché il mio attaccamento alla vita è ancora troppo forte. Tifo per lo sfacelo totale. Per salvare le future generazioni è sufficiente non procrearle. Non mi stancherò mai di sottolineare il carattere deplorevole del concepimento; d’altronde la nascita è il primo danno alla salute. A me piace vivere, ma non ho mai inoltrato una richiesta per partecipare a questa grande rimpatriata di anime perse e tanto meno ho mai specificato la mia adesione a quella ridda di entropie che prende il nome di democrazia. Non ho problemi esistenziali, ma cerco soltanto di guardare il nulla negli occhi. La mia mente e il mio corpo sono espressione di uno slancio vitale, a mio modesto avviso assai maggiore di quello presente in certuni che si professano sostenitori nonché unici interpreti di questa esperienza a tempo determinato. Ogni tanto le dicotomie mi stuccano e così le stocco nei compartimenti stagni. Io non incontro alcuna difficoltà a porre sullo stesso binario dei pensieri apparentemente antitetici, infatti per quanto possano essere contrari e ripulsivi, la loro direzione è la medesima: incoerenze auliche.
Non devo farmi capire a tutti i costi, non ho l’obbligo di mettere indicazioni bilingue né di emettere sibili minacciosi come se avessi del veleno da sprecare. Vorrei sapere qualcosa in più sulla morte prima di incorrervi: è possibile qualche anticipazione? Un’anteprima? Niente? Niente, appunto: un indizio che nega se stesso. Vorrei guardare qualunque cosa e qualunque vuoto attraverso gli occhi dei tossici, degli alcolizzati, dei devoti e degli schizofrenici per fare una media delle allucinazioni.
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