Inizio a sentire i morsi della fame e in particolare il bisogno di carboidrati. Conosco questa parte del digiuno perché l’ho già affrontata in passato, ma la considero ancora l’anticamera di quella piena esperienza di privazione nella quale voglio tuffarmi come nell’oceano calmo di un pianeta disabitato. Ci sono immagini fantasmagoriche che già cominciano ad accavallarsi in me: escono dalle dita e in ebollizione dalla ghiandola pineale.
Ho bisogno di distrarmi per superare questa fase e per me il modo migliore consiste nel guidare a vuoto ascoltando della musica adatta allo scopo. È l’ultimo album degli Hammock che mi terrà compagnia nelle prossime ore, ovvero Departure Songs. Un’accentuata percezione del freddo e un senso di leggerezza mi compenetrano come già ho avuto modo di esperire anni addietro, ma so per certo che il meglio devo ancora accoglierlo. Lo stomaco e la mente si scambiano accuse come se fossero genitori divorziati. Contraggo il ventre. Penso che sarò sveglio alle tre di notte per superare il primo giorno di astinenza dal cibo.
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