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Slancio cadaverico

Mi trovo in una notte incantevole, coi pensieri tutt’intorno al fuoco sacro della mia forma mentis. Sfoglio piano il libro dei morti per trovare una piega da dedicare a qualche agonizzante di mia conoscenza. Stride il mio distacco austero dinanzi ad un alito di vita sempre più fievole, tuttavia per me la pietà non è un premio alla carriera.
Non m’interessa ricavare la vanagloria di un’inutile coerenza, bensì ho cura di mantenere intatta la mia spontaneità mentre un corpo avanza verso una decomposizione inevitabile. Seggo sullo scranno di un’età giovane e mi pare di tenere il mondo in pugno proprio come taluni un tempo stringevano il globo crucigero, ma anch’io prima o poi dovrò abdicare e ho la sensazione che in parte la scrittura sia propedeutica per l’avvicinamento alla dimenticanza cinerea alla quale sono destinato. Il mio entusiasmo per la vita passa attraverso la certezza della fine e vado in estasi quando riesco a trattenere in profondità questa concezione, ma qualche volta mi distraggo e fatico ad avvalermi d’un approccio così ameno. Danzano Eros e Thanatos, ora vicini, ora lontani. Qua soltanto le apparenze sono macabre, però servono anch’esse per esorcizzare il timore e la tradizione cristiana che lo alimenta. Non sono proprio in grado di descrivere i moti d’entusiasmo che talvolta ribollono in me, ma dimostro la stessa incapacità nel tentativo di coniugare queste parole con ciò che dovrebbero sostenere. La morte di cui vaneggio non è quella d’inedia che si abbatte quotidianamente nel mondo, non è manco quella elargita dai signori della guerra né il risultato di sfruttamenti d’ogni genere, ma si tratta di una fine più dolce nei modi e altrettanto categorica nell’esito. Sono consapevole del duplice privilegio che il caso mi ha concesso, ovvero quello di contemplare la morte con calma e di potermici preparare, perlomeno in qualche misura. Non ho alcuna fretta di defungere, però mi piace pensarci perché mi rallegra.
Vorrei tanto che il mio primo appuntamento con una ragazza avesse luogo in un cimitero, tra le tombe e il silenzio: io lo troverei di un romanticismo infinito, specialmente con una femme fatale.

Francesco

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