Questa estate ho avuto modo d’interloquire con uno psicoterapeuta francese che si trovava in vacanza dalle mie parti. Non conosco la lingua transalpina sebbene abbia finto di studiarla per anni durante l’inutile e disdicevole periodo della scuola media superiore. Ho disquisito in inglese con quest’uomo di mezza età che segue l’insegnamento freudiano. All’inizio abbiamo scherzato sulla psicologia del profondo con uno scambio di citazioni e siamo finiti a parlare del concetto di sublimazione. Secondo il suo indirizzo l’attività sportiva consente di spostare soltanto le pulsioni aggressive, tuttavia in base alla mia esperienza mi sento in grado di affermare che anche quelle sessuali possono esservi sublimate. D’altronde come farei ad essere vergine se non avessi lo sport come valvola di sfogo? La mia attività intellettuale non è abbastanza profonda e forte da essere qualificabile come surrogatoria dell’erotismo. Ho una cultura media che qualche volta può sembrare più grande di quanto sia in realtà , perciò se la considerassi tale commetterei un atto di superbia e se fosse qualcun altro a cadere nello stesso errore di valutazione allora egli dovrebbe rammentare che anche un gatto può generare l’ombra di una tigre: è una questione di luci. Insomma, non dispongo di un livello culturale talmente alto da contenere in sé tutte le mie pulsioni sessuali, infatti una buona parte trova impiego nella corsa e l’altra emigra tramite la masturbazione. Non nego che anche nel mio caso siano coinvolte delle attività intellettuali nel processo di sublimazione, come ad esempio la lettura o la scrittura che alla fine si riducono ad un becero accumulo di nozioni, alla stregua di una collezione di francobolli, ma trovo che il ruolo di queste sia davvero minoritario per me. Se la mia capacità d’apprendimento fosse stata assai superiore forse avrei potuto essere d’accordo con lo psicoterapeuta francese, infatti non avrei avuto la mia esperienza per confutare il suo postulato. Non m’interessa mettere in discussione una scuola né tanto meno ambisco a sentirmi l’eccezione che conferma la regola, però resta il fatto che nell’esercizio fisico io sublimo le pulsioni sessuali: questo è poco ma sicuro.