Mancano meno di trenta giorni alla fine dell’estate, ma posso già annotarne qualcosa. In questi mesi il grande caldo mi ha indotto a masturbarmi più del solito, ma penso che la frequenza con cui mi sparo attualmente le seghe avrà un netto ridimensionamento dopo l’arrivo del mesto autunno. Era dai tempi dell’adolescenza che non sborravo in maniera così assidua dinanzi alle esibizioni di succinte madonne, spesso bionde e procaci. Senza uscire dai confini stilnovistici, mi rivedo in un’aulica composizione che prende il nome di Pornografia unica via.
A parte le doverose facezie, è mia opinione che un incremento dell’attività autoerotica sia stato determinato sia da fattori ambientali, ovvero il caldo, che da un’accentuazione delle mancanze affettive. Forse la conservazione di liquido seminale in periodi diversi può essere utilizzata per fare dei confronti da cui ricavare dati sui livelli di stress e carenza emotiva, tuttavia io non sono attrezzato per mettere in atto una cosa del genere: mi manca qualche grado di perversione e non ho più spazio nel freezer da quando ho portato a casa il cadavere di un vecchio sacerdote. Forse sono un po’ esagerato e fuori luogo, ma tanto non devo presentarmi al Palazzo di Vetro per ricoprire una carica importante.
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