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Una maratona asiatica

Ho intenzione di correre la mia prima maratona e mi sto adoperando affinché accada in Oriente. Qualche giorno fa mi sono candidato per ottenere un  pettorale a quella di Tokyo, ma tenterò d’iscrivermi anche a quella di Shangai per avere più possibilità di essere estratto qualora le richieste fossero maggiori dei posti disponibili. Non ho mai corso per quarantadue chilometri: al massimo ne ho fatti trentasei e di solito ne macino almeno diciotto. Ho la resistenza necessaria per fare una maratona, perciò il mio obiettivo è quella di completarla entro le tre ore e trenta.  Più volte ho ricevuto l’invito ad allenarmi con un’associazione sportiva della mia zona, ma non mi sono mai deciso a farne parte perché io sono individualista del cazzo e mi crogiolo nel ruolo di outsider. In realtà non mi sento sufficientemente competitivo per gareggiare e i miei tempi lo dimostrano, ma riconosco di avere un grande margine di miglioramento. Non sono disciplinato perché non seguo un piano di allenamento e invece di un podista sembro uno di quei vietnamiti che erano soliti fuggire dal napalm americano.
Se riuscissi a correre sulla mezza maratona a 3’,20” al chilometro allora chiederei io di entrare in un’associazione sportiva, ma attualmente un tempo del genere lo riesco a tenere soltanto per duemila metri. Come cazzo faccio a protrarre quella prestazione per altri diciannove chilometri, possibilmente senza pisciare sangue e mantenendo l’uso d’entrambi i reni?
Vorrei aumentare la velocità senza perdere massa muscolare, che è un po’ come pretendere la botte piena e la moglie ubriaca, ma tanto io sono astemio e vergine, dunque devo sborrarci su. In questo periodo viaggio sui 4’,16” al chilometro, però è un’andatura che riesco a mantenere in varie condizioni, di conseguenza suppongo che in me vi sia un blocco mentale, come se mi fossi adagiato sugli allori e gli sforzi coscienti non fossero abbastanza intensi da oltrepassare i limiti stabiliti a livello inconscio. Ho ragione di credere ciò poiché la scorsa settimana ho riscontrato il tempo summenzionato in una condizione precaria, infatti avevo mangiato tre ore prima, mi ero fatto due seghe e avevo un po’ di sonno arretrato. Non credo che mi basterebbe sbloccare il freno mentale per abbassare i tempi quanto vorrei, però mi fornirebbe lo slancio motivazionale per fare il passo seguente. Non ho velleità agonistiche, ma voglio capire il perché dei miei limiti.

Francesco

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