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L’età non ha età

Di tanto in tanto noto con divertimento l’impegno che qualcuno dei miei coetanei profonde per firmare il proprio J’accuse contro i ragazzi più giovani. Ogni cazzo di generazione rivolge a quella successiva gli stessi biasimi che riceve in dote da quella a lei precedente.
Per me certi ragazzi muovono solamente critiche pretestuose verso i ragazzini perché di fatto ne invidiano l’età: sognano un ritorno alla spensieratezza che la nostalgia rende più aulica di quanto sia stata e coltivano le frustrazioni per l’impossibilità di compiere al contrario la rotta del cammino biologico. “Ai miei tempi…”, “i ragazzini di oggi…”, “quand’eravamo bambini noi…” sono alcuni esempi dell’incipit standard che qualche persona insoddisfatta si sbrodola addosso a ogni buona occasione. A me discorsi del genere hanno sempre fatto schifo e non ho mai rispettato un adulto in quanto tale: cos’è, la naja? Si fotta l’anzianità. Ci sono ragazzini più intelligenti e talentuosi di tante merdacce che all’anagrafe potrebbero essere i loro padri. L’età non conta un cazzo, ma qualcuno attacca la gerontocrazia soltanto quando gli fa comodo. Io sono cresciuto tra la fine degli anni ottanta e gli anni novanta: questo mi qualifica come una persona migliore rispetto a qualcuno che è nato quand’io già mettevo “Madonna” e “troia” nella stessa frase? Ciò che accomuna ogni generazione sono le accuse che tutte rivolgono a quella che ha la colpa di venire dopo. Massa di stronzi ultratrentenni o aspiranti tali, il mondo è dei giovani e voi forse non lo siete se ragionate come quei rotti in culo a cui tanto rinfacciate l’anzianità: stupidi due volte, perché oltre a proferire minchiate non vi rendete conto di avere tutta la vita innanzi a voi. Non sono un giovanilista proprio perché ritengo che l’età abbia meno importanza di quanta ne riceva e, per quanto mi riguarda, un’ottima persona può essersi appena lasciata la pubertà alle spalle o può aver superato l’ottuagenario traguardo, tuttavia mi fa incazzare chiunque creda di saperla più lunga di qualcuno più giovane di lui solo perché ha avuto più tempo per illudersi sui libri, sul lavoro, sulle scopate o su qualche porco di dio.

Francesco

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