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Avanti tutta

Nei mesi scorsi ho pensato che il mio umore seguisse un po’ l’andamento dei mercati, ma ormai le mie azioni sono migliori di quanto potessi prevedere e poco importa che non ci sia nessuno a quotarmele. Forse una moneta verrà abbandonata e le vite prenderanno a gravitare attorno ad un altro conio, ma io mi sento nuovo di zecca e non ho nulla che mi pungoli il cuore.
Ho cominciato a fare le cosiddette ripetute sui mille metri e il mio corpo ne ha subito beneficiato. In altre parole per alcune sessioni d’allenamento accorcio il mio percorso fino a undici chilometri. Sul primo chilometro e mezzo tengo il passo che di solito ho sulla mezza maratona o sui diciotto chilometri, poi mi fermo per una trentina di secondi e cerco di affrontare il chilometro successivo al massimo delle mie capacità aerobiche e, una volta coperti i mille metri, respiro profondamente per un paio di minuti come se dovessi partorire: infine riparto con la stessa intensità e ripeto la procedura per un totale di sette chilometri. L’ultimo chilometro e mezzo invece lo corro con un passo lento e così concludo la sessione.
L’altro ieri ho già potuto notare dei miglioramenti, infatti ho registrato dei tempi tra i tre minuti e venticinque secondi (3’25”) e i tre minuti e quarantasei secondi (3’46”). Ovviamente non sono in grado di mantenere velocità del genere sulle lunghe distanze, ma queste fottute ripetute, che io non ho mai voluto fare, sono indispensabili per migliorare il passo. Comunque il mio interesse non è tanto volto all’incremento delle prestazioni per ridurre i tempi di percorrenza quanto agli scompensi metabolici. Mi sono accorto che il mio fisico s’è abituato da tempo allo sforzo a cui lo sottopongo di solito, perciò è quest’ultimo che dovevo mutare e un cambio d’intensità per me si è rivelato il migliore elemento di differenziazione.
Quando corro al massimo delle mie possibilità io provo esaltazione, soffocamento e avverto le risposte parossistiche dell’organismo. Non adopero manco un cardiofrequenzimetro, perciò non ho proprio idea se il mio cuoricino subisca degli sforzi che potrebbero risultare pericolosi. Spesso mi sento bene, talvolta esausto, tuttavia se un giorno dovessi essere colto da morte improvvisa non potrei che prendermela con me stesso: anzi, a quel punto non potrei più.

Francesco

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