Ho avuto modo di trascorrere un paio di giorni nelle Marche senza sborsare una rupia e ne sono stato felice. Ho compiuto brevi visite a Urbino, Macerata, Osimo, Numana e Sirolo: sono rimasto incantato da quest’ultimo e ho stretto un patto con il Conero per farvi ritorno.
Sono stato anche a Recanati e ho fatto due passi davanti alla casa di quel buontempone che fu Giacomo Leopardi, tuttavia me ne sono sbattuto altamente le palle di visitarla e ho invece avuto la fortuna di accedere ai locali di una vecchia sartoria sita nelle immediate vicinanze. Vesto come il cliente medio degli scafisti, non ho mai indossato una cravatta né una camicia e mi auguro di farne a meno per il resto dei miei giorni, ma sono rimasto affascinato dal lavoro di quell’atelier. La bellezza di Urbino non mi ha sconvolto, però nei suoi dedali ho trovato un vicoletto che mi ha rapito, precisamente un’umida viuzza alla cui fine si trova la sezione periodici della biblioteca umanistica dell’università Carlo Bo. Avrei parecchio di cui scrivere e questo è un buon motivo per non farlo, però non sarebbe sufficiente se non fosse accompagnato dalla mancanza di voglia.
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