Credevo che mondi affini potessero collidere senza collassare e io sia dannato se non dovessi restarne convinto per il resto dei miei giorni! L’umanità pecca di umanità , manca a se stessa e si cerca al di sopra di sé o al di sotto dei più bassi istinti di cui ancor oggi soffre il retaggio atavico. L’evoluzione per me non è una spietata teoria, ma un concetto aulico che tende a valorizzare il tempo di cui si compone la mortalità del mondo biologico.
Non voglio soffrire alla vista di una clessidra e qualcosa in me si ribella sempre alle derive della mestizia. Voglio pensare che una certa inclinazione sia l’eredità di un lontano avo che ha lottato contro se stesso e il mondo quando quest’ultimo era ben più selvaggio di quanto sia nell’epoca attuale. Sono il prodotto di chi è venuto prima e ha affrontato la stessa panoplia di sensazioni discordanti, perciò con lo sforzo necessario posso evitare di ripetere gli errori commessi dai miei predecessori. Quante vite sono state spezzate in nome di un’idea sbagliata? Quanti anni sono andati persi per degli scopi trafugati da tradizioni anacronistiche? Con tutto il tempo perso dal genere umano scommetto che si potrebbe eguagliare la vita di una stella, una delle tante a cui ancor oggi superstiziosi d’ogni risma si raccomandano. Anch’io ho una buona stella, però è una cazzo di supernova. Nel dolore sopportabile che esperisco in questo periodo io mi sento libero e vivo, ma non voglio certo arenarmici: posso fare di meglio.
Affiancherò chi vedrà in me qualcuno da affiancare a sua volta, fino ad una fusione autentica da cui ogni individualità sarà ben riconoscibile pur restando unita all’altra. Sfuggo all’identificazione e all’oggettualità perché sono troppo minute e limitate per pienarmi: a tempo debito Io sarò Es.