Scorri mio tempo, fatti grande. Fisicamente verso in ottime condizioni, ma ho l’umore malconcio. Non mi spaventano i bassifondi della psiche perché ne conosco ogni dedalo. In parte mi sento sconfitto, ma ne sono parzialmente contento poiché il riscatto sarà più poderoso, tutt’altro che estorsivo. Puntualmente mi adagio sugli allori e con altrettanta regolarità questi si trasformano in oleandri velenosi. Tra le strade delle città di provincia e tra quelle della capitale noto sempre molti schiavi delle droghe, delle religioni o degli ideali: il gran merdaio in cui versa l’umanità da quando ha deciso di unirsi in una mirabolante schizofrenia.
Io mantengo la mia lucidità poiché è la migliore consigliera di cui mi possa avvalere ed è proprio con lei che pianifico il ritorno sulle vette dell’umore. Non rispetto chi si stordisce per non soffrire e non voglio averci nulla a che fare: sono fatto di un’altra pasta e non è certo quella che va per la maggiore nelle discoteche. Le notti in cui non riesco ad addormentarmi le prendo come i dazi da pagare per mantenere la mia umanità, ma non credano i demoni ch’io rinunci a riprendere le ore di riposo di cui sono convinti d’essersi appropriati per sempre: tempo al tempo.
Non ho nomi da maledire né da osannare, non me ne rimbomba nessuno nella scatola cranica e non posso farci nulla, ma vorrei averne uno per tatuarmelo sotto il miocardio a caratteri cubitali.
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