Il primo dicembre ho cominciato a scrivere il quarto libro. Sono rimasto impressionato dal ritmo della mia immaginazione che s’è rivelato decisamente più rapido rispetto agli sforzi precedenti. Sulla tastiera sono veloce e digito con otto dita, però nell’ambito della stesura questa scioltezza non m’è di alcuna utilità senza idee e difatti qualche volta, durante le sessioni di creazione, ne impiego metà per compiere celeri ricerche di carattere pornografico: ovviamente in questi casi l’altra metà la uso per manovrami l’uccello. Approfitto dell’occasione per spezzare una lancia a favore delle bionde maggiorate di cui ho apprezzato le doti recitative in questi giorni prenatalizi. Mi chiedo come faccia il mondo ad andare a picco malgrado il priapismo dilagante, ma non voglio divagare. In questo periodo ho la sensazione che le mie capacità mnemoniche siano aumentate insieme a quelle creative, tuttavia non riesco a capire se si tratti di una mera coincidenza o se ci sia un legame: in ambo i campi intendo gli incrementi in termini quantitativi e, specialmente nel secondo caso, per adesso evito di esprimermi su quelli qualitativi. Sono prossimo a conoscere duecentocinquanta kanji e per ognuno di essi almeno due pronunce, ma ciò che m’entusiasma è la facilità con la quale riesco finalmente a imparare e a memorizzare nuovi ideogrammi.
Probabilmente sono una persona priva di talento e forse ciò dipende dall’equilibrio perfetto della mia psiche che potrebbe inibire la comparsa di qualche dote. Ovviamente non penso che ogni persona in grado di fare cose notevoli sia affetta da qualche turba mentale, ma voglio invece sottolineare, come tra l’altro fa Oliver Sacks in Musicofilia, che nelle persone normali e prive di abilità particolari queste invece potrebbero emergere dopo una lesione cerebrale o al cospetto di una patologia neurologica: eh sì, paradossale. Comunque non ambisco né al Premio Strega né ad un ictus, lo giuro: mi venisse un colpo!
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