Sono giunto alla metà di Musicofilia, un libro di Oliver Sacks. Per adesso sono rimasto affascinato dalla descrizione di come in certi casi dei mali congeniti o dei gravi incidenti liberino delle abilità sopite. M’intriga la figura del cosiddetto idiot savant, espressione con cui si designano coloro i quali affetti da ritardo mentale o autismo presentano tuttavia delle capacità fuori dal comune in vari campi: nella arti visive, in quelle musicali o nella matematica. Non ero all’oscuro di casi simili, ma non ne avevo ancora approfondito nulla. Ho letto che alcune delle capacità suddette forse in passato appartenevano a tutta l’umanità e hanno poi finito per scomparire a causa degli scopi adattativi della specie. In alcune circostanze le abilità vengono sbloccate per via di uno sviluppo anomalo degli emisferi che nella fattispecie vede una dominanza di quello destro, deputato alle facoltà percettive, con un sottosviluppo del sinistro, adibito invece al linguaggio; questo collima con la descrizione di quegli individui che riescono a suonare composizioni complesse senza però riuscire ad esprimersi verbalmente in quanto carenti sotto l’aspetto linguistico e concettuale.
Nel mio interesse ha trovato spazio anche l’argomento delle allucinazioni musicali che spesso si presentano con l’insorgere della sordità. Questi stati allucinatori non hanno affatto una matrice psicotica, bensì esclusivamente fisiologica. Pare che il lobo temporale e altre zone del cerebro concorrano a crearsi quei suoni che non riescono più a ricevere a causa della perdita dell’udito.
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