In questi giorni i venti spirano con forza e anche dei poveri disgraziati fanno altrettanto. Vivo in accordo con me stesso, però vorrei che un po’ della mia serenità fosse in grado di contaminare i mercati finanziari. Non ho nulla di cui temere e sono pronto ad andarmene dall’Italia qualora la situazione socioeconomica dovesse collassare definitivamente, tuttavia non scommetterei sulla possibilità che uno scenario del genere si verifichi e la mia inclinazione a ritenerlo inverosimile è del tutto avulsa da qualsivoglia ottimismo.
I miei giorni sono scanditi da buone abitudini. Adoro l’autunno, come le altre stagioni d’altronde. Mi auguro di restare solo per i prossimi mesi e non ho ragione di temere che qualcuno s’insidi o s’insedi nella mia esistenza: è buffo come due verbi così simili profilino situazioni tanto diverse. Se mi leggessi con gli occhi di un estraneo potrebbe sembrarmi anomalo il desiderio di restare ancora solo e forse io valuterei le mie parole come quelle della volpe che non riesce ad arrivare all’uva, ma ci sono dei momenti nei quali mi sento davvero fortunato a non aver mai avuto dei legami carnali o sentimentali. In quest’epoca mesta mi premuro d’amarmi senza nuocere al mio prossimo, perlomeno direttamente, e continuo indefesso su questa strada forse priva d’inizio e d’una fine, o quantomeno di un fine.
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