Non voglio scrivere più di quanto le sensazioni correnti possano concedermi. Mi trovo a mio agio in questa esistenza benché io non abbia mai presentato istanza per farne parte. L’autunno non si è ancora mostrato in tutta la sua incertezza, ma per quanto mi riguarda le stagioni possono cambiarsi i turni come preferiscono: io vivo in accordo con ciascuna di loro.
Tendo a ripetermi poiché sono soggetto a rari cambiamenti, tuttavia la noia non s’insidia mai in me e cerco di trarre il meglio dal tempo libero anche quand’esso paia soggiogato dall’abitudine Malgrado tutto, ravviso qualcosa di stupefacente lungo le dune cardiache che si trovano a sud della mia ghiandola pineale: là mai passo straniero v’ha lasciato la propria impronta e non so se per me debba essere motivo di vanto o sprone. Un’assenza prolungata può trasformarsi in mito e giustificare se stessa. Non ho bisogno di troppe spiegazioni: che il silenzio prenda la parola e la soffochi. Potrei aggiungere altre frasi, prolisse, slegate dalle precedenti e con delle velleità evocative, ma non intendo divagare quest’oggi e mi congedo prima che altro fuoriesca da me.
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