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Il bastone, la carota e la doppietta

Pubblicato sabato 8 Ottobre 2011 alle 06:10 da Francesco

In quest’epoca mediocre mi auguro sempre che qualcuno faccia fuoco sui politici. Fiuto un senso d’impunità che va di pari passo con gli eccessi garantistici a cui l’Italia è costretta a piegarsi per problemi di costituzione: l’atrofia del pragmatismo. Io tento disperatamente di non toccare certi argomenti poiché le parole di rado riescono a pesare come il piombo. In una società il proprio benessere passa anche attraverso quello degli altri, perciò ognuno dovrebbe augurarsi che nei luoghi di potere vi siano individui disposti a curare gli interessi del maggior numero possibile di persone. In tutto ciò non occorre scomodare la filantropia o quanto le assomigli perché si tratta dell’ennesima prova di come l’egoismo sano concordi col bene collettivo.
Io tengo il polso della situazione a mio modo e ritengo che qualcosa stia davvero degenerando se anche un individuo come me avverte la necessità d’imbevere parole stomachevoli nel curaro. Non penso che in questo frangente storico qualcuno possa pretendere totale onestà, tuttavia credo che esista sempre un limite di guardia a quelle che sono inevitabili ruberie, negligenze e favoritismi. C’è una sete di sangue che spero prenda forma e lasci sul selciato i corpi esanimi di quanti già si sono resi colpevoli d’aver indotto al suicidio o all’indigenza alcuni tra gli esponenti invisibili delle fasce deboli. L’aumento del divario tra ricchi e poveri, onesti e delinquenti, forse può dare slancio all’edilizia poiché certe case dovranno essere convertite in prigioni d’oro.
Non credo che la violenza proponga soluzioni e d’altronde non è questo che si prefigge, però io immagino che un ricorso ai suoi mezzi efferati in un determinato momento possa evitare che poi in un secondo tempo si manifesti con maggiore crudeltĂ . Non sono certo un comunista armato nĂ© ho mai provato simpatia per i moti rivoluzionari, ma se in Italia sorgesse un’organizzazione terroristica in grado di colpire solo ed esclusivamente i veri assassini dello Stato, ebbene io ne sarei lieto. L’unico e imperdonabile difetto che riscontro nella strategia della tensione è quello di coinvolgere innocenti: se un tale metodo venisse affinato forse qualcuno la smetterebbe di sentirsi intoccabile. Quanto ho appuntato finora può apparire decisamente truculento nonchĂ© ripetitivo, provocatorio e  inopportuno, ma è proprio la ricorsivitĂ  di tali contenuti a confermarmi come tutto ciò si origini spontaneamente in me.

Le parole di cui sopra si prestano anche ad un’analisi introspettiva. Il desiderio di punire quanti contribuiscano all’imbruttimento della nazione è sicuramente legato al mio Super-Io e al modo in cui esso s’è formato. Nella classe politica io rivedo la figura paterna poiché sulla prima entità io proietto le colpe della seconda, di conseguenza, per quanto spontanee, non riesco mai a capire quanto siano sincere le mie prese di posizione (eh, che espressione altisonante!). Peccherei di riduzionismo se mi limitassi a inquadrare tutto nell’ottica di frustrazioni inconsce, perciò penso che in parte le mie invettive abbiano una matrice sincera e in parte vengano acuite da processi interiori che non hanno nulla a che fare con l’attualità e tutt’al più ne fanno un uso speculare senza però palesarsi apertamente.

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