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Gulp, che gap generazionale

Mi sembra che la durata media della vita di un essere umano sia davvero poca cosa rispetto ai tempi dell’universo: inferiore persino al periodo di rivoluzione di Urano. Trascorrere buona parte di un’esistenza talmente caduca appresso a questioni dozzinali come la politica, l’economia e l’omicidio a me pare quantomeno demenziale, ma l’epoca corrente è il degno proseguimento di quanto l’ha preceduta ed evidentemente per questioni cronologiche non può offrire di meglio. Cerco di stare alla larga da tutte quelle dinamiche che nulla hanno a che fare con il dinamismo. Non ho le capacità né il talento per contribuire al progresso della civiltà e ne sono lieto altresì la mia coscienza mi avrebbe obbligato a trovare la voglia di applicare le une o l’altro: ah, tremenda coercizione! Per fortuna sono scampato a certi doni di natura. Accetto ben volentieri il carbone della Befana, ma solo quello sia ben chiaro! Nient’altro! Mai! Al massimo una foto in lingerie…
Quand’ero piccolo pensavo che col tempo tutto sarebbe diventato più complicato per me, invece si è verificato l’esatto contrario. Sono stato indotto a temere l’età adulta da chi era già grande. Io non dispenso consigli né monete che valgono pochi centesimi, tuttavia se dovessi incontrare me stesso da adolescente in un universo parallelo allora mi suggerirei di non prestare ascolto a ciò che viene detto dagli adulti; qualcosa del genere proferirei anche al cospetto di una voce efebica che fosse così sciagurata da chiedermi ragguagli sull’esistenza.
Noto come alcuni dei miei coetanei pretendano rispetto dai ragazzini odierni e incensino i tempi della loro infanzia come se provenissero davvero dall’età dell’oro. La nostalgia è una falsaria da perseguire severamente. Nessun adolescente dovrebbe riconoscere l’autorità o avere troppa considerazione di ciò che viene detto dai più grandi. Non è affatto raro che gli adulti siano tali solo per meriti anagrafici e di conseguenza hanno soltanto avuto più tempo per dimostrare la propria coglioneria. Le persone anziane non sono necessariamente sagge e mi diverto tanto a notare come alcuni individui siano più svegli e accorti di altri che hanno il doppio dei loro anni. Alle signore non si chiede l’età, ma anche a quest’ultima i signori non dovrebbero chieder nulla. La gerontocrazia si basa sul timore dell’invecchiamento e sull’incapacità d’intenderlo come l’arte di vivere che la giovinezza trascura per celebrare i sensi senza per altro manco riuscirci.

Mi sono prestato ad un’applicazione per Android che millanta di stimare l’età del cervello tramite un gioco in cui viene chiamata in causa la memoria a breve termine. Il soggetto deve premere i numeri cerchiati in ordine crescente e dispone di pochi secondi per memorizzarne la posizione. Ogni volta che viene superato un livello la difficoltà aumenta e il responso compare a seguito di tre errori. Dal mio risultato migliore è “emerso” che adopero il 25,17% del mio cerebro, il quale avrebbe un’età di 13 anni, 9 mesi e 11 giorni che io ritengo attendibile poiché sessualmente mi sono ancorato là come dimostrano i lavori d’alta falegnameria che spesso cito nei miei scritti.
Comunque questo buon risultato non varrebbe nulla se non l’avessi integrato con la scelta di non scrivere una e-mail all’autore dell’applicazione come invece recita il messaggio sottostante. Eludere lo spam, ecco la prova migliore per misurare l’età del cervello.

 

Francesco

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