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Cento metri

Nota: questo post dev’essere integrato con quest’altro.

Di questo passo (l’espressione calza a pennello come quest’ultima a sua volta) finirò per avere tante scarpe quante quelle che può vantare Carrie Bradshaw, con l’unica ma non trascurabile differenza che il personaggio di Sarah Jessica Parker le adopera per puttaneggiare mentre a me servono per battere la strada in un altro modo. Io sto davvero adorando e usurando le Mizuno Wave Ronin 3, perciò non mi sorprenderei se già tra tre mesi dovessi sostituirle. Per fortuna che le ho trovate a meno di novanta euro, altrimenti finirei per pagare un bollo trimestrale sui piedi e non escludo che la prossima manovra finanziaria possa contemplare una tassa del genere.
Cerco di limitare le sessioni di corsa per non bruciare la massa magra, però ogni tanto rifaccio i miei percorsi da diciotto o ventuno chilometri. Da un po’ di tempo a questa parte accetto ogni invito a correre da persone che non lo fanno abitualmente, così mantengo un passo più lento e copro distanze minori per svolgere comunque attività aerobica senza esagerare.
In tutte le persone con le quali ho condiviso qualche allenamento blando ho notato una certa intolleranza alla solitudine che è insita nella corsa (specie quand’essa si fa fondo), però io credo che questa disciplina offra tanto proprio a chiunque sappia affrontarla da solo e con una certa costanza. Il mio passo è lievemente rallentato sulle lunghe distanze, ma lo accetto perché non voglio essere troppo esile, difatti da un po’ di tempo sto puntando sull’ipertrofia muscolare.
Due giorni fa ho corso con un tizio che ha un’ottima base benché il suo fiato sia un po’ corto e abbiamo fatto appena sei chilometri (secondo me la sua prova è stata assai buona) lungo un itinerario sul quale non avevo mai corso prima poiché per me è un po’ fuori mano.
In un punto di questa strada un tipo ha marcato cento metri e così, per scherzo, dopo la corsa mi sono fatto cronometrare su questa distanza: per l’occasione è stato usato un vecchio Nokia! Al primo tentativo ho fatto 16”50 mentre al secondo ben 17”09. Mi aspettavo di fare meglio sui cento metri e dubito che io possa addurre la scusa della fatica poiché i sei chilometri non mi avevano stancato affatto; anzi, credo che siano stati come di riscaldamento.
Se facessi agonismo di certo sarei un fondista, mica un centometrista, difatti la mia peculiarità è la resistenza, però sono fermamente convinto di poter scendere sotto i 16”50. Non pretendo certo di emulare Usain Bolt, tuttavia mi “accontenterei” di correre i cento metri in tredici secondi senza dovermi allenare specificamente per questa distanza. Comunque, l’è un mero ghiribizzo.

Francesco

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