In Italia ci sono personaggi improponibili che vengono pagati profumatamente per risollevare le sorti della nazione, di conseguenza l’inettitudine che contraddistingue tali pezzi di sterco mi fa sentire autorizzato ad appuntare qualche idea naif in merito all’attuale crisi economica.
Io trovo che le droghe siano banali e identiche alla religioni (senza parafrasare Marx), perciò le considero reazionarie e adatte ai bigotti. Non ho mai fumato né ho mai bevuto alcolici e manco intendo iniziare poiché non voglio pagare lo Stato per avvelenarmi.
Fatta questa premessa, io ritengo che l’Italia dovrebbe nazionalizzare il mercato della droga e diventarne monopolista. I prezzi dovrebbero essere popolari e dovrebbe esistere una sorta di tessera del tossico per razionare le risorse narcotiche. A tali misure dovrebbero aggiungersene altre. Anzitutto lo spaccio al di fuori del circuito statale dovrebbe incorrere in pene più severe e dovrebbe essere introdotta la pena capitale per i vertici delle organizzazioni criminali in modo tale che questi individui non possano operare dietro le sbarre: insomma, lo Stato dovrebbe fare il possibile per difendere lo status di unico pusher. Io ipotizzo (senza basarmi su dato alcuno) che nell’arco di due anni le casse dell’erario sarebbero talmente stracolme che l’appropriazione indebita diventerebbe quasi una forma di pietà nei confronti di una simile elefantiasi!
La distribuzione potrebbe avvenire presso degli sportelli comunali, ovviamente muniti di tutti i sistemi di sicurezza che il caso imporrebbe.
Ovviamente i tossicodipendenti dovrebbero venire schedati e dovrebbe essere loro rimossa la copertura sanitaria per le patologie legate all’uso di sostanze stupefacenti, però questa misura non dovrebbe essere retroattiva e dovrebbe applicarsi soltanto alle generazioni future previa massiccia campagna d’informazione da protrarre nel tempo. Un taglio alla sanità ed entrate a iosa: meglio di così si muore, eh sì, ma davvero.
Cercherei inoltre un casus belli (ah, la storia ne è gravida!) per consentire all’Italia d’invadere il Vaticano e appropriarsi delle ricchezze clericali, tuttavia una parte di queste dovrebbero essere usate per continuare a finanziare chi davvero si prodiga in attività caritatevoli. Il cattolicesimo diventerebbe soltanto un culto tra i tanti e per metterlo completamente knockout introdurrei il diritto all’eutanasia per tutti e riconoscerei ogni diritto che attualmente viene negato alle coppie omosessuali. Alienerei i beni dello Stato che costituiscono soltanto una spesa e che non hanno altro valore al di fuori di quello monetario. Dispensate dal contrasto alla droga (quantomeno nei termini precedenti), le Forze dell’Ordine avrebbero più gioco su altri campi della criminalità e così potrebbero portare allo Stato ulteriori introiti da quel sottobosco di racket, riciclaggio, appalti truccati e quant’altro che annualmente consente alle organizzazioni criminali di fatturare delle cifre da dieci zeri. Ah, dimenticavo: per la corruzione nei pubblici uffici introdurrei la fustigazione. Mi piacerebbe disporre d’una copia dell’Italia in scala uno ad uno per sperimentare quanto ho scritto finora. Al di là delle provocazioni (che non sono queste, dato che appoggio ogni singola riga), se avessi la certezza dell’efficacia di una ricetta per tenere la barra della nazione, io la sposerei senza indugio, anche se fosse del tutto antitetica a quanto ho scritto finora.
Parole chiave: crisi economica