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No TAV, sì boom

Lo stupro della Val di Susa è in atto e non c’è politicante (almeno tra quanti esercitino un certo peso, benché siano tutti pesi morti) che faccia sentire il proprio dissenso in modo convincente. Trovo disgustoso come l’inettitudine dei governanti costringa le forze dell’ordine a contrapporsi ai manifestanti, ma d’altronde questa guerra tra poveri si rinnova continuamente. Io credo che la resistenza armata costituisca l’unica chance di fermare lo scempio dell’alta velocità. Qualcuno sostiene che la violenza sia la morte della politica e allora io mi auguro che prenda piede poiché sogno l’azzeramento di tutto l’arco parlamentare in termini fisici. Voglio che le teste dei corrotti rotolino tutte insieme lungo l’Altare della Patria, auspico esplosioni devastanti sotto gli scranni su cui le merde partitocratiche si sentono impunite. L’Italia, che non ha mai conosciuto una vera rivoluzione, vorrei che ne attuasse una tale da ridurre storicamente quella che avvenne oltralpe a poco più d’una zuffa tra massaie. La Grecia chiede miliardi in prestito dall’Unione Europea, ma l’Italia dovrebbe chiedere le ghigliottine ai francesi e le garrote agli spagnoli: io mi impegnerei a spolverarle una ad una. Stronzi. Non ho mai amato le rivoluzioni e conosco abbastanza la storia per sapere quanto sia ridotta la loro utilità, una vittoria di Pirro nel migliore dei casi, però a questo punto il fondo è stato toccato, raschiato e risulta impossibile trivellarlo, perciò complice anche il clima estivo, tanto vale preparare un bel bagno di sangue. Non ho rispetto alcuno per la vita di coloro che la rovinano a milioni di persone. La violenza è terribile e l’umanità dovrebbe farne a meno per emanciparsi dagli istinti che continuano a flagellarla, ma evidentemente ciò non è ancora possibile. Sono contrario agli eccessi di garantismo e per me la democrazia non è un dogma, specialmente nei termini in cui viene applicata nella mia nazione. I politici si sentono invulnerabili e restano vivi perché non c’è più un cecchino che miri alle loro teste di cazzo. Negli anni settanta il terrorismo politico compì l’errore di coinvolgere gente innocente negli atti di cui fu artefice, ma se tale sbaglio oggi venisse evitato io devolverei volentieri l’otto per mille alle Brigate Rosse. Oramai l’unica partecipazione a cui la gente può aspirare è quella che preveda il ricorso alle sciabole, ai tubi dei bagni, alle pietre e alle sedie dei bar…

Francesco

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