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Per sommi capi

Pubblicato mercoledì 22 Giugno 2011 alle 06:37 da Francesco

Mi alterno tra docce tiepide e impegni quotidiani di scarso rilievo. Attorno a me accadono cose di cui non condivido il clamore e difatti non ne alimento ulteriormente la frivolezza. Mi rinfresco con bicchieri d’acqua nei quali faccio galleggiare cubetti di ghiaccio e talvolta v’aggiungo finanche un po’ di limone. Non rivolgo la parola alla vita perché non ho nulla da chiederle, ma questo silenzio non sottintende astio alcuno! Presto mi immergerò nelle acque cristalline che bagnano le coste presso cui ho imparato a stare in pace. Talvolta mattiniero, altre volte decisamente meno, io mi impegno continuamente a stare bene senza nuocere agli altri. Al momento non intravedo mine vaganti che possano farmi compiere salti di gioia, ma quest’ultima la esperisco ugualmente per diverse vie. Ormai mi rincorro da anni tra i cardini della mia esistenza, un po’ come se giocassi con me stesso tra gli spazi d’ombra e luce d’un colonnato. Nei riguardi del futuro mi comporto come un padre che faccia finta di non conoscere le intenzioni del proprio bambinetto per dargli soddisfazione. Figlio del tempo, io invece me ne sento il tutore, almeno per quanto riguarda me.
Mi amo e sono fortunato, ma qualche volta me lo scordo. Forse cerco un po’ di tristezza perché temo che troppa felicità possa risultare patologica. Accidenti, mi sono concentrato così tanto su di me da trascurare le storture del mondo, ma non intendo chiedere venia per non essermi mai avvelenato. Sto riappropriandomi di un certo distacco che purtroppo nell’ultimo anno è venuto un po’ meno, infatti nei mesi scorsi ho finito per interessarmi a cose finite. Non sempre gradisco i caratteri degli eventi che si avvicendano nella mia vita, però mi piace sottolinearne la genuinità. Scorgo puntualmente dei cicli che iniziano, finiscono e ricominciano. Stolto ch’ero quando ridevo e prendevo sottogamba la definizione meccanica (non meccanicistica) dell’esistenza che taluni promuovevano in tempi remoti e dalla quale cercavano di affrancarsi. Chissà, forse il buonsenso in codesto mondo rischia davvero d’assomigliare all’esoterismo.

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