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Stato di fatto

Sto completando la pagina numero quarantatré del mio terzo libro. Scrivo molto lentamente, ma inesorabilmente. In queste meravigliose giornate di primavera preferisco svolgere attività fisica all’aperto, perciò dedico alla scrittura quel tanto che basta per non trascurarla.
Ho cambiato il mio allenamento perché ho deciso di ridimensionare il ruolo della corsa sebbene quest’ultima resti un perno della mia attività. Ho sviluppato la resistenza aerobica al punto che per migliorarla ulteriormente dovrei dedicarmi all’agonismo, ma non intendo farlo poiché non mi passa neanche per l’anticamera del cervello di fare il maratoneta. Ormai l’allenamento pesistico ha assunto un ruolo paritario alla corsa nel mio programma.
Ultimamente corro dodici chilometri cercando di sfiorare la soglia della mia frequenza cardiaca e a metà del percorso mi fermo per eseguire trazioni e addominali. Talvolta corro con le cavigliere da due chili e mezzo l’una, altre volte senza e ogni tanto le metto ai polsi dove le accuso di più. L’ausilio delle cavigliere mi ha aiutato a migliorare la forza esplosiva nelle gambe e la resistenza nelle braccia, difatti adesso riesco ad allenare ciascun bicipite con un manubrio da sedici chili: il bilanciere lo adopero soltanto per eseguire quella che in gergo si chiama military press. Invece le serie di piegamenti a terra sulle braccia le faccio sempre da quaranta ripetizioni l’una, ma con un ritmo più veloce rispetto al passato e talvolta ne eseguo qualcuna in più per gasarmi un po’. In ultima analisi, la mia attività fisica ha assunto i contorni di un allenamento militare che non ha nulla a che vedere con i programmi delle palestre né con corsi di qualsivoglia genere. Si tratta di un allenamento che ho ricamato su misura per me e nel quale, con l’avvento dell’estate, inserirò il nuoto. In passato sono stato sicuramente più veloce, ma non sono mai stato più forte di ora. Ovviamente io posso ancora correre senza problemi i ventuno chilometri sui quali mi allenavo precedentemente, tuttavia con un tempo medio superiore a quello che registravo quando la mia attività era prettamente aerobica e ciò è normale poiché ho dovuto sacrificare un po’ di velocità. Per quanto riguarda lo yeop chagi sono ancora lontano dal poterlo eseguire correttamente, ma ho notato qualche lieve progresso nella flessibilità degli arti inferiori (cazzo escluso).
Ho ripreso in mano un libro di programmazione in C per rinfrescarmi la memoria e avvalermi del linguaggio informatico per evitare che la mia mente si areni nelle letture di carattere umanistico. Spero che il mio terzo libro sia anche l’ultimo: vorrei evitare di scriverne altri. Speriamo bene, va.

Francesco

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