Nel mio comune si avvicinano le elezioni amministrative, però anche in questa triste occasione io sarò costretto ad astenermi perché non scorgo una vera scelta. Potrei votare soltanto se fossi in grado di capire se per il mio territorio sia meno nocivo il malaffare o l’incompetenza, in quanto queste sono le proposte elettorali che vengono offerte dalle mie parti. In questa corsa politica figura anche un mio parente che io ho puntualmente disconosciuto e al quale auguro di perdere senza tuttavia nutrire speranza alcuna per la vittoria dei suoi oppositori, suoi (in)degni rivali.
A giugno mi recherò alle urne per i quesiti referendari e voterò contro il legittimo impedimento perché è talmente surreale che sembra uscito da un quadro di Dalì o da un libro di Kafka, voterò per abrogare la legge Ronchi prima che anche l’aria venga privatizzata, voterò contro il ritorno all’energia nucleare per gli svantaggi inconfutabili che si porta dietro e di certo non sulla scia emotiva di quanto sta succedendo in Giappone.
Nell’attuale governo, la destra è soltanto la mano che alcuni figuri stringono ai trasformisti per dopare “la maggioranza”. Personalmente continuo ad auspicarmi che il cranio di ogni politico corrotto ospiti un proiettile di piombo. Desidero la morte e l’umiliazione di chiunque abusi del suo ruolo istituzionale per fare i propri interessi, indipendentemente dalla collocazione politica.