Finalmente sono riuscito a racimolare qualche ricordo onirico. Se io avessi le giuste conoscenze assumerei un satiro come cronista per le attività cerebrali che si tengono in pompa magna durante le ore di sonno.
Ricordo molti fogli carbonizzati (come se non fossero stati di carta) che volteggiavano in aria e piano piano si adagiavano su un giardino verdissimo. Il contrasto tra il colore dei fogli e il cielo terso fu molto forte.
Uscii velocemente di casa, ma davanti a me trovai una strada bloccata da un’auto strana, cromata e lunghissima. Facendo attenzione riuscii ad aggirare l’ostacolo senza finire nel fosso che correva parallelo alla strada. Dietro di me giunse un’auto simile ad una dune buggy che d’un tratto ebbe un cedimento strutturale. Mi fermai per parlare con il conducente del veicolo incidentato e all’improvviso giunsero altri individui, ma tutti si preoccuparono di protestare contro l’auto che avevo aggirato e anche il guidatore a cui volevo prestare soccorso era più interessato alla causa comune che al suo mezzo.
All’improvviso ci girammo tutti verso l’auto che era oggetto delle invettive, ma era sparita. Il proprietario ci invitò nella sua grande magione e tutti ci sedemmo sotto dei gazebo bianchi, su sedie di bambù molto eleganti che circondavano tavolini di legno dalla forma circolare. L’umore collettivo mutò improvvisamente e parve che ognuno, me compreso, sapesse da sempre che prima o poi sarebbe stato invitato a quel pomeriggio mondano.
In questo sogno mi ritrovai a parlare con Stephania e, malgrado un po’ di ritrosia, lei accettò di venire con me su un monte, presso un punto di ritrovo che assomigliava ad una grande baia. Per il viaggio mi vidi trainare un risciò su cui sedeva la ragazza. Le parlai a lungo durante il percorso senza che lei aprisse bocca e all’arrivo, dopo svariati tornanti in salita, mi voltai e mi accorsi che ella non c’era più. Feci il percorso a ritroso e all’improvviso giunsi in una stanza. Sopra un mobile vidi la chiave di casa e il mio telefono. Accesi il cellulare e notai un messaggio vocale che Stephania aveva registrato, tuttavia mi apparvero davanti agli occhi numerose scritte di grandezza variabile e la seguente è l’unica che mi è rimasta impressa: “Tu vuoi creare solo rapporti idilliaci”. Infine mi trovai davanti ad una banca nei pressi di un lungomare e qui scesi dall’auto per leggere un cartello che aveva richiamato la mia attenzione benché non contenesse un messaggio per me come invece avevo intuito in un primo momento.
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