Trasudo pace. Dov’è la nostalgia? Nei miei viaggi non fiorisce mai perché le erbacce si vergognano a crescere nei giardini pensili. Al tatto manca un po’ la morbidezza dei miei gatti, gli unici felini che m’è dato carezzare benché io adori l’intera famiglia e provi soltanto un doveroso senso di rispetto per il resto del regno animale. Il puma, il giaguaro, la tigre, la lince: tutti intenti a sbranare il topo, l’elefante e i due liocorni. Trovo che i pronomi possessivi stonino di fronte agli esseri senzienti, ma d’altronde costituiscono il dazio cacofonico da pagare per mantenere un briciolo di chiarezza.
Non riesco a capire se mi sembrino più divertenti quei giapponesi che provano ad assomigliare agli occidentali o quegli occidentali che cercano di fare l’inverso. Anche in Giappone, come del resto in ogni parte del mondo in cui non regni la fame o la Sharia, credo che l’uso degli strumenti per il maquillage dovrebbe essere soggetto alle stesse norme che regolano il porto d’armi. Secondo me certi modi di truccarsi deturpano il viso quanto un colpo di fucile a pompa in pieno volto, perciò penso che la Beretta potrebbe tranquillamente entrare nel mercato della cosmesi e finalmente le vittime fashion diventerebbero tali in senso letterale. In realtà non ho nulla contro le mode poiché dietro le stronzate che le compongono ci sono dei posti di lavoro. Io sembro un pezzente, ma in realtà sono un minimalista. Ho la barba incolta, ultimamente indosso dei pantaloni del Bayern Monaco, una felpa del Liverpool e un paio di Nike nere che presto dovrò cambiare.
Quando tornerò in Italia ricomincerò subito ad allenarmi. Ho voglia di correre e di alzare pesi. Mi manca l’attività fisica nonostante le lunghissime camminate di cui mi rendo protagonista ogni dì, manco dovessi sostenere delle prove per capeggiare un nuovo Esodo. Comunque sono contento, pago, disinvolto, sciallato, come dicevano i giovani un tempo, ovvero alcuni di coloro che oggi puntano le dita ormai trentenni contro le nuove generazioni: le prediche sono imperiture, santi numi! Nel mio lettore mp3 girano parecchie cose, tra cui un pezzo di James Senese (già una volta apparso su queste pagine) nel quale mi rispecchio tantissimo: è la prima scelta quando, stufo di velare il mood musicale con un po’ di malinconia, voglia riportarlo in crescendo, dimensione a me congeniale. Amen, cazzo, perché sono pieno di grazia. “D’int ‘a capa so’ vivo so’ vivo je nun tengo età ”.
Parole chiave: fashion, giappone, maquillage, moda, Osaka