Anche la fine ha una fine e di conseguenza lascia il campo ad un nuovo inizio, ma queste pagine non rientrano ancora nel cominciamento di un nuovo ciclo. Per problemi di codifica dei caratteri non posso scrivere in giapponese qua sopra (a meno di non farlo esclusivamente in romaji), perciò ho aperto un piccolo angolo su cui ho mosso timidamente il primo passo. Alla luce di ciò ho deciso che al termine del mio terzo libro tornerò a scrivere in questo spazio che si appresta a compiere il suo primo quinquennio. Inoltre continuo a covare un desiderio contrastante: interloquire con una filosofa alessandrina sperando che ciò non avvenga. Ah, amati paralogismi!
Mi appoggio ai silenzi che si susseguono senza soluzione di continuità, tuttavia con la stessa…
Funesti e ottobrini all'esterno, finora i giorni del corrente mese hanno invece irradiato la mia…
Se dimorassi al settimo cielo riuscirei a vedere le lunghe gittate dei missili balistici? Non…
Venerdì mi sono recato a Roma per vedere dal vivo i Belphegor e quello che…
Che bello non avere figli: si tratta di un grande sollievo esistenzialistico e di un…