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Tra il bene e il male, tra il male e il bene

Non mi sorprende l’efferatezza degli esseri umani. L’epoca presente offre ancora ampi spazi agli istinti peggiori della mia specie, ma nei cosiddetti paesi civilizzati non ci sono deterrenti efficaci per prevenire la brutalità. Non ho una grande considerazione della pena di morte, ma vorrei che fosse applicata contro i vertici delle organizzazioni criminali per impedire agli ergastolani mafiosi di gestire i loro affari dal carcere. Per una serie di reati invece credo che la pena capitale non sia un deterrente valido e difatti apprezzerei oltremodo che un legislatore audace contravvenisse a certe convenzioni per reintrodurre la condanna alla tortura. Simili ragionamenti ovviamente provocano lo sdegno di tutti coloro che stravedono per un garantismo molto comodo all’aspetto moderno e maturo delle loro personalità che evidentemente non è sincronizzato con la realtà attuale. Le utopie viaggiano al passo dell’illuminismo, tutto il resto invece mi sembra che segua un’andatura medievale.
In altre parole, io suppongo che la violenza nelle società sviluppate sia diminuita sotto l’aspetto quantitativo mantenendo invece immutata la sua intensità e immagino che all’abbassamento delle pene non sia seguita una diminuzione della gravità dei reati. A me sembra che il crimine viaggi ad una velocità e la giustizia ad un’altra. Non sono un fautore della violenza e con tutta la cronaca nera che ho raccolto in questi anni mi sono reso immune al trasporto demagogico che di solito segue gli impatti emotivi dei delitti più atroci. Potrei elencare svariati omicidi che hanno scosso l’opinione pubblica nell’ultimo decennio e finirei per paragonare ogni caso ad un lancio del disco per misurarne la lunghezza temporale sulla metratura mediatica. Devono ancora nascere le vittime future e dubito fortemente che la violenza intenda abbassare presto le quote d’iscrizione alla realtà. Non sono in grado d’indignarmi né di stupirmi poiché mi aspetto sempre fatti come quello di cui tutti parlano e che io non voglio neanche nominare poiché sarebbe fuori luogo qualsiasi riferimento esplicito in queste righe trascurabili. Purtroppo giornali e telegiornali avranno ancora edizioni particolarmente remunerative: è soltanto questione di tempo. Ancora una volta, nel buio profondo del presente, io eleggo l’amore per me stesso come faro da cui farmi guidare. Non mi lascio abbruttire dalla parte peggiore della Terra. Mi sforzo di tenere testa alle influenze negative. Poiché non ne sono in grado, non pretendo di cambiare le cose, ma posso evitare che le cose cambino me. Questo appunto è fatto per tre quarti di sfogo mentre la parte restante contiene avvedutezza.

Francesco

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