Categories: MusicaParoleVideo

Vibrazioni piacevoli

Ancora una volta semino annotazioni aperiodiche, brevi e prive d’impegno che concernono i miei gusti musicali: la grande giostra della soggettività.

Coats of Arms è l’ultima fatica dei Sabaton. Apprezzo molto questo album, sebbene lo ritenga inferiore al precedente The Art of War. Mi esalta molto la prima parte del disco e non mi piacciono granché le tracce conclusive. Ho l’impressione che rispetto ai lavori precedenti le tastiere trovino più spazio senza snaturare il suono tipico della band. “Uprising” è mio il pezzo prediletto ed è anche accompagnato da un video che a mio modesto avviso è un piccolo gioiello.

Questo disco degli Skelator sembra uscito dagli anni ottanta e invece appartiene all’anno corrente. Death To All Nations è un album solido, completo, ricco di passaggi esaltanti che mi inducono a stringere i pugni verso il basso e ad alzare il capo per eseguire qualche acuto in playback. Per certi versi il suono della band mi ricorda quello dei Sanctuary su Refuge Denied e questa associazione di idee è senz’altro il prodotto di un effetto positivo. Non ho una traccia preferita poiché apprezzo la prima, l’ultima e quelle che ci sono in mezzo, ma se dovessi sceglierne una probabilmente opterei per la seconda: “The Truth”.

The 3 Day Theory per me è l’album migliore di Killah Priest, leggendario rapper d’oltreoceano che gravita attorno al Wu-Tang Clan. In quest’ultimo lavoro il flow, i testi e le basi sono ai massimi livelli, almeno per i miei gusti. Le collaborazioni abbondano, ma non mi disturbano affatto. Sulle quindici tracce che compongono il disco per me svetta “Betrayal”, la quale contiene un campione meraviglioso di un pezzo soul di Millie Jackson, ovvero “Child of the God” (già usato da altri produttori seppur in maniera diversa).

Non ascolto molta musica classica, o almeno non quanta dovrei poiché richiede un certo grado di attenzione per un orecchio profano come il mio. Di solito prediligo i requiem, ma non sono prevenuto nei confronti delle composizioni e allo stesso tempo dubito che tutta la musica classica sia apprezzabile, malgrado la riverenza di certi ascoltatori. Die Kunst der Fuge è un’opera di Johann Sebastian Bach di cui io fruisco tramite un’esecuzione diretta da Jordi Savall e la riporto in queste righe perché ultimamente l’ho ascoltata più volte.

Francesco

Share
Published by
Francesco

Recent Posts

Risvolti positivi

Il mio anno è cominciato nel migliore dei modi e spero che tale andamento si…

10 ore ago

Affluenti di coscienza

Assimilatomi al tempo corrente, ne guardo assorto gli istanti che riesco a catturarne. Implicite nel…

2 settimane ago

Peppermint Candy di Lee Chang-dong

Per i miei gusti la perfezione può raggiungere una sua compiutezza anche nella settima arte…

4 settimane ago

Il segno del comando

Oggi ho corso venti chilometri in poco meno di un'ora e venti minuti: fuori non…

1 mese ago

Narcisismo di vita, narcisismo di morte di André Green

Ultima lettura dell'anno, invero conclusasi settimane or sono con somma soddisfazione. Di norma non accetto…

1 mese ago

A me sono rivolto

Non ho novità di rilievo in questo mio incedere verso l'attimo che segue. Un'anziana signora…

1 mese ago