Sul globo terrestre si susseguono eventi di grande portata che fanno da sfondo a miliardi di mondi interiori, però tra le priorità della mia vita v’è l’urgenza di rivedere “I quattro dell’Oca selvaggia”: ne abbisogno seriamente. Su un altro fronte, ben diverso nello spazio e nel tempo da quello in cui operò il colonnello Allen Faulkner, m’è giunto un dispaccio interessante. Una casa editrice ha esaminato il mio secondo libro e mi ha proposto di pubblicarlo senza chiedermi contributi economici; d’altronde ho scelto in modo oculato a chi spedire il testo e mi sono premurato di non inviarlo a chiunque richiedesse l’acquisto di copie o altre forme d’esborso monetario. Gli editori a pagamento mi fanno ridere e per me sono semplicemente dei tipografi mascherati che lucrano sulle velleità artistiche delle persone più ingenue, perciò apprezzo molto l’offerta che mi è stata sottoposta e intendo accettarla. Il contratto prevede una tiratura di mille copie per la prima edizione, tuttavia sulla vendita delle prime cento non mi verranno corrisposti i diritti d’autore e ritengo che questo particolare sia giusto. La distribuzione dovrebbe toccare una parte della Svizzera oltre all’Italia. Qualora tutto andasse in porto, la pubblicazione dovrebbe combaciare con l’inizio del nuovo anno.
Non sono molto sorpreso benché non mi aspettassi una risposta e tanto meno una così celere. Nel corso degli anni il mio stile è stato elogiato in diverse occasioni, ma io ho conservato soltanto i complimenti disinteressati e la piaggeria l’ho sempre fatta scivolare nella raccolta differenziata dei rifiuti. Non intendo assolutamente identificarmi con gli aspetti positivi di questa storia e non sono disposto a cedere neanche un millimetro di me alla boria né ad altre puttanate del genere, ma sono pronto a ripagare la fiducia dell’editore e per questa ragione, nel caso in cui tutto dovesse procedere bene, non avrei problemi a svolgere le attività di promozione: presentazioni et similia. Comunque, giusto per tornare all’ordine delle priorità: non dispongo ancora de “I quattro dell’Oca selvaggia” e dunque devo optare per “Programmato per uccidere” con Steven Seagal. Fanculo al cinema d’essai, almeno per il mese presente e quello venturo.
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