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Questioni chilometriche

Ieri mattina sono riuscito a scendere sotto i quattro minuti al chilometro e ho completato il mio percorso di ventiquattromila metri in 1 ora, 34 minuti e 49 secondi. Ho mantenuto una velocità media di 15 chilometri orari con un passo al chilometro di 3 minuti e 57 secondi. La mia andatura è stata più costante del solito grazie a un po’ di stanchezza che non mi ha permesso d’eseguire alcuna accelerazione, perciò non ho accusato la fatica degli allunghi a cui mi sottraggo di rado in condizioni normali e questo risparmio energetico mi ha consentito di non diminuire l’intensità nel tratto finale del percorso. Considero piuttosto paradossale il ruolo svolto dalla stanchezza nella mia prestazione. Sentivo le gambe un po’ pesanti e nei giorni precedenti avevo perso qualche ora di sonno, tuttavia conservavo ancora diversa energia: immagino che quest’ultima sia stata ottimizzata più o meno consciamente dalla consapevolezza di averne a disposizione meno del solito. Adesso mi sento in grado di abbattere più spesso il muro dei quattro minuti al chilometro e mi ritengo soddisfatto dei miglioramenti che l’allenamento pesistico ha portato all’allenamento podistico. Non credo che possa fare parecchio di più in termini di velocità a meno che non decida di seguire una dieta specifica e degli esercizi mirati, ma per mia fortuna le velleità agonistiche continuano a non trovare spazio in me.
Sette giorni fa, durante un allenamento pomeridiano, ho incontrato un podista di settant’anni e mi sono adeguato al suo ritmo quando mi ha rivolto alcune domande sulle mie prestazioni. Mi ha detto che sono “una freccetta”, ma io gli ho illustrato i miei tempi per fargli intendere che non sono affatto un agonista e se egli non avesse dovuto svoltare troppo presto avrei anche sottolineato alla sua attenzione che per me la corsa è uno strumento a servizio del benessere. Comunque sono rimasto colpito dalla tempra del settantenne e un giorno mi auguro di potermi fregiare della stessa longevità.
Nel mio modo di correre c’è qualcosa di autistico e ossessivo, tant’è che si sprecano i paragoni con Forrest Gump. Forse ho davvero qualcosa in comune con il personaggio interpretato da Tom Hanks e quantomeno ne condivido una citazione: “Stupido è chi lo stupido fa”.

Francesco

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