Nel cuore della notte pulsano visioni verosimili
Pubblicato mercoledì 11 Agosto 2010 alle 03:53 da FrancescoMi diletto a vivere senza badare troppo alle fortune alterne. Nessuno dietro di me, nessuno davanti a me, né nello spazio né nel tempo. Attraverso tundre desolate e passaggi a livello ormai in disuso. Secondo più d’una cassandra io cadrò sotto il peso della mia esistenza, ma non temo queste profezie infauste e continuo a solcare i miei giorni come se toccasse al futuro l’ingrato compito d’inseguirmi. Non sento alcuna pressione e mastico pezzi di liquirizia per alzare un po’ quella sanguigna. I miei oracoli hanno code lunghe e miagolate rivelatrici. Alle occasioni perse non nego mai una degna sepoltura, però non ne commemoro la dipartita. Croci marce e vermi famelici vegliano al posto mio gli eventi defunti. L’autunno dista più di trenta giorni e spero che non anticipi la sua venuta, ma nei mesi venturi il saluto dell’estate non farà sorgere in me una nostalgia stagionale e probabilmente neanche un’influenza accostabile allo stesso aggettivo troverà posto nel mio organismo.
Vuoti a rendere, questi sono i contenuti che adopero per versare un po’ di lessico. Non buco lo schermo né le mie viene, non trafiggo i cuori e ultimamente neanche la carne di maiale, non sono tagliente e preferisco tagliare corto. Giochi di parole dalla fattura discutibile, ecco le scorie che lascio nottetempo su questo appunto. Come si modella il tempo? Quale forma preferire? Giorni e notti da bibliotecario o mattine e pomeriggi alla stregua di un pugile? Il desiderio fomenta inclinazioni diametralmente opposte. Forse la fame di sapere e quella di potere hanno una radice comune, ma si manifestano in modi diversi. Un libro può essere comprato e consumato come una borsa di Gucci, il lettore ne può indossare il contenuto sopra la propria personalità come un abito di Saint Laurent e può persino schiacciarci l’ignoranza altrui come se calzasse degli stivali di Luis Vuitton: la cultura è fashion; un motivo in più per evitarla. L’uomo selvaggio di Rousseau, poi così selvaggio non era. Non sarebbe sufficiente la fusione di tutte le riserve auree del mondo per tornare all’età dell’oro, ammesso che un periodo del genere abbia accompagnato un po’ la storia dell’uomo.
Parole chiave: Autarchia, determinazione, Gucci, pressione sanguigna, Rousseau, Saint Laurent, serenità , Vuitton