Resto con me per non inciampare sulle questioni altrui: relazioni pregresse, impegni presenti, progetti futuri. Non costruisco amicizie femminili e dispenso addii coriacei a chiunque me ne proponga una. Nella mia considerazione si trova sempre un bivio che da una parte conduce all’indifferenza e alla dimenticanza mentre nell’altra direzione si snoda verso le province dell’amore. Finora le rare viandanti che si sono addentrate per caso nella mia attenzione hanno optato tutte per l’oblio e oggi, in me, di loro si possono trovare soltanto rimasugli mnemonici. Io credo che il ricordo della mia persona non si sia mai incagliato nelle notti di nessuno. Non aspiro a diventare l’ossessione temporanea di qualcuno per alimentare l’Ego con bocconi avvelenati e io per primo declino ogni invito a banchettare con le fissazioni. Sono in grado di amare, ma non posso forzare i tempi né cambiare le persone. La solitudine eccelsa mi permette di non disperdere i sentimenti benché essi ancora non si palesino e nella loro staticità mi dipingano come un individuo anaffettivo. Mi attende una manovra interiore piuttosto pericolosa in futuro, ma conto d’eseguirla con il massimo impegno. Tra quattro anni raggiungerò la mia terza decade e per quel momento dovrò essere preparato a virare verso il futuro riducendo le possibilità di avere una relazione sentimentale. Questa diminuzione mi servirà per rimanere realista e sano di mente senza sforare in un estremo o nell’altro. In meno di un lustro la mia età raggiungerà il momento in cui forse smetterò di essere aperto per un legame. Secondo me sarebbe tardivo e rischioso l’esordio nella passione a trent’anni. Sono relativamente vicino a un responso del tempo.
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