Ieri sono tornato a correre dopo quasi venti giorni di stop. Ho affrontato il solito percorso da ventuno chilometri e l’ho completato in un’ora e quarantatré minuti, con oltre sei minuti di ritardo sul mio tempo migliore, tuttavia ne sono rimasto soddisfatto poiché mi aspettavo una prestazione peggiore. Non pratico l’agonismo e non sono un podista, però tengo d’occhio i miei tempi. Oggi mi sento in forma e stanotte ho dormito benissimo. Le coincidenze le considero tali, non le impreziosisco indebitamente con significati che non meritano, ma talvolta a me risultano comode per segnare il termine di una fase e l’inizio di un’altra. L’episodio di ematuria potrebbe modificare il mio allenamento e gli obiettivi di quest’ultimo. Invece di mantenere la prevalenza dell’allenamento aerobico potrei iniziare a concentrarmi sull’aumento di massa muscolare. Non mi attira il body building benché io rispetti molto chiunque lo pratichi in maniera salutare, tuttavia una diminuzione delle sessioni di corsa e un aumento dell’allenamento pesistico dovrebbero essere sufficienti per i miei scopi. Sono alto soltanto un metro e sessantotto e voglio mantenere una certa armonia nella mia figura, perciò non intendo compiere sacrifici inutili per accentuare la scarsa benevolenza che la natura ha avuto nei miei confronti. A me interessano la qualità della vita e la salute, ma l’attività fisica garantisce soltanto la prima e non sempre riesce a preservare la seconda. Un atleta può trasformarsi in un malato terminale senza l’approssimarsi del periodo carnevalesco. Forse è venuto il momento che io mi irrobustisca un po’ di più, anche se in ogni caso a braccio di ferro non riuscirò mai ad avere la meglio sulla mia coscienza. Questi primi giorni d’estate mi fanno apprezzare il mio autocontrollo. Se fossi stato un individuo impulsivo probabilmente sarei già finito in galera o al cimitero, ma è difficile vedere il sole da una tomba interrata e immagino che non sia gradevole osservarlo a scacchi dopo essersi comportati come un pedone sovversivo.