Mi seguano i lor signori sulla via per defecare. Alleggeriamoci oggi e promettiamoci di ripetere quest’esercizio intestinale anche nei giorni a venire. Dopo quasi diciassette anni c’è stata una svolta nel delitto Claps e forse proprio di applausi abbisognano talune procure per agire con solerzia. Profuma di beffa la scarcerazione delle maestre violente. Queste donne manesche dovrebbero sostenere una lezione di metrica sotto la lapidazione delle loro scolaresche. Ogni tanto tornano gli anni ottanta e il presente fatica ad affermarsi: talvolta la contemporaneità sembra quasi un crimine. C’è un ammanco di idee nei crani di certa gente che sbatte la testa contro i muri. Non mi viene nulla in tasca da ciò che annoto e potrei anche girare in tenuta adamitica se gradissi l’abbronzatura, ma io preferisco mantenere un colore latteo. Alcuni italiani sfruttano la manodopera dell’Est per ristrutturare e costruire abitazioni o trincee analoghe, ma poi costoro mostrano sommo stupore quando gli operai che hanno pagato in nero tinteggiano con lo stesso colore i fatti di cronaca a seguito delle rapine malriuscite. Martiri rassegnati, ponti per una generazione migliore, trafficanti d’uomini e criminali di piccolo calibro: dai Balcani con odio e amore. Tra la bassa natalità e l’immigrazione qual è il problema peggiore a lungo termine? Per qualcuno la vita è appesa a un filo, per altri invece alla presa di un terminale su cui scorre l’andamento di un trading. Anche il tempo vuole le sue commissioni e non accetta proroghe, ma manco per il cazzo! Se bastasse tingere i capelli per aumentare la durata della vita allora ci sarebbero meno teste canute e più corpi decrepiti. Cosa dovrei dire davanti alla morte? Io posso tirare fuori qualche “amen” che mi è rimasto nell’ugola dai tempi della prima e ultima comunione, toh. Cara umanità, quanto non ti assomiglio nella tua massificazione moderna, però non credere che mi sia sempre facile saltare di alternativa in alternativa per sfuggire ai tuoi lati esecrabili e devo anche ammettere che certe tue banalità sono più pregevoli delle controparti a cui talvolta mi rivolgo. Sappi che io sto bene, cara umanità, ma anche tu cerca di riguardarti perché ti vedo in una fase di tribolazione benché ci siano stati momenti peggiori nella tua giovane storia. Postum scriptum: ricordarmi di tornare alla cenere e alla terra.
Quest’anno avrò bisogno di un pallottoliere per contare i defunti di mia conoscenza. Morti premature, incidenti stradali e malattie incurabili sono le cause principali di una mattanza locale. Questi episodi non mi sconvolgono, ma prendo atto d’ogni dipartita. Una vita può spezzarsi facilmente, ma per taluni è impossibile accettare una simile verità e credono che certe cose possano accadere soltanto agli altri. Non sono una persona cattiva, ne sono sicuro, ma il mio rapporto con la morte è sereno. Ucciderei per non essere ucciso, ma certi nemici godono dell’invisibilità e sono schedati in grassetto sui libri di medicina. Sto bene e so difendermi da mali molteplici, ma non sono in grado di accogliere qualcuno sotto la mia ala protettrice e immagino che questa sia una delle ragioni principali per cui tendo a preservare larghe parti di una solitudine piacevole. Non mi duole il cuore, ma ogni tanto le palle mi si rompono sotto il peso dei bombardamenti di cazzate. Non ho familiarità con il concetto di famiglia, però ho una certa confidenza con la serenità, lo stato benamato a cui spesso mi riferisco con la dovuta riverenza. S’aprano gli obitori, i cuori e le fiche, ma per adesso voglio restarne ancora fuori: preferisco l’aria aperta, io. Ogni tanto mi capitano sotto gli occhi le parole celebri di Lorenzo de’ Medici: «Quant’è bella giovinezza, che si fugge tuttavia, chi vuol esser lieto, sia: di doman non c’è certezza». Non mi rivedo in questa versione prolissa del carpe diem e mi avvalgo della facoltà di citare qualcuno che nacque nell’anno in cui Lorenzo de’ Medici tirò le cuoia, ovvero Pietro Aretino: «Qua giace l’Aretin, poeta tosco, che d’ognun disse mal fuorché di Cristo, scusando col dir: “Non lo conosco”».
Non sostengo alcuna fazione politica, però mi lascia perplesso il parto di una legge che modifichi la regolamentazione delle intercettazioni telefoniche. In quanto cittadino italiano non temo per la mia privacy e trovo preoccupanti le misure che il governo intende adottare per sanzionare l’editoria nel caso in cui quest’ultima pubblichi delle trascrizioni sgradite. Ogni tipo di controllo dovrebbe essere sostenuto da chiunque non abbia nulla da nascondere e mi pare che per l’abuso di certi strumenti d’indagine siano già previste delle pene. Credo che alla giustizia italiana dovrebbero essere forniti più mezzi legislativi e maggiori risorse economiche come d’altronde è lecito aspettarsi da un governo di destra, ma in realtà al momento non esiste una destra in Italia e tutt’al più se ne può trovare una caricatura grottesca negli ambienti estremisti di Forza Nuova. Il mio sogno rimane una destra anticlericale, ma immagino che una formazione politica di questo genere sia destinata a restare un’utopia. Disprezzo la mancanza d’ordine e il lassismo che imperano ai vari livelli dello Stato. In Italia lo spirito nazionale si risveglia soltanto durante le competizioni calcistiche o in ogni altra disciplina nella quale gli atleti nostrani riescano a esporre il tricolore, dunque si tratta di un nazionalismo triviale, volto a carezzare la vanità identitaria di un popolo sregolato e si manifesta di rado in un senso di appartenenza alle istituzioni della Repubblica. Dal secondo dopoguerra in Italia lo spirito patriottico è stato spesso accostato alla nostalgia del ventennio fascista e ha lasciato ampio spazio alla proliferazione dell’ipocrisia cattolica che paradossalmente proprio durante il periodo dittatoriale ha cominciato a insinuarsi come una metastasi lungo tutto lo stivale: questa, almeno, è la mia interpretazione storica. Sono la persona meno adatta a fregiarsi del titolo di campanilista, ma cerco di essere obiettivo per comprendere meglio l’alta frequenza con cui gli italiani se lo buttano al culo vicendevolmente. Auguro ai miei coetanei di formare in futuro una classe dirigente che sappia fare l’interesse della collettività senza perdersi in dualismi anacronistici e nocivi. Vorrei che i magistrati competenti potessero continuare a servire lo Stato invece di essere ostacolati dai vertici di quest’ultimo e desidererei che l’informazione continuasse a documentarne l’operato senza plasmare la cronaca secondo le necessità di un politico, di un imprenditore o di qualunque altra figura di spicco. Intanto continua a fare eco nella mia testa la morte recente di un’infermiera che in segno di protesta per la mancata retribuzione si è letteralmente svenata. Quest’epoca è ancora barbara, ma nulla rimane com’è e un cambiamento in meglio o in peggio è inevitabile: già questa certezza rallegra le mie giornate parche.
Domenica sono andato allo stadio Artemio Franchi di Siena per assistere allo scontro tra la squadra toscana e l’Inter. A me piacciono le belle partite e non tifo per nessuno, ma nel corso del match ho intonato qualche coro per mimetizzarmi nella marea nerazzurra da cui ero circondato nella curva Santa Caterina. In città e nello stadio ho visto diverse bandiere della Lazio che sostenevano l’undici meneghino affinché non perdesse lo scudetto con i rivali capitolini. Devo ringraziare il grande M. per avermi procurato un biglietto a soli venticinque euro. L’Inter ha giocato una bella partita mentre il Siena ha cercato di abbassare il ritmo per preservare il pareggio. Maccarone mi è sembrato tremendamente svogliato. Il portiere del Siena, Curci, nel secondo tempo è stato bombardato dagli sberleffi di alcuni interisti del Lazio che oltre a invocarne la madre lo hanno deriso più volte con battute di ogni genere: “Oh Curci, girate e tira”, “Curci, so’ libero, passa” eccetera. Il dispiegamento di carabinieri e polizia ha impedito a noi spettatori di fare l’invasione di campo. Al momento dell’ingresso nello stadio un furbone dietro di me ha provato ad aggirare i tornelli, ma è stato beccato da uno steward che poi lo ha ceduto a un carabiniere. Ci sono stati alcuni scontri vicino alla curva Robur, ma nulla di serio. Prima della partita io e i miei compagni d’avventura siamo andati di fronte all’hotel Excelsior, a poche centinaia di metri dallo stadio, e abbiamo visto sfilare la rosa nerazzurra, Mourinho compreso. Mi è piaciuta la festa che ha seguito la fine della partita. Javier Zanetti ha passato il trofeo ai capi ultrà per mostrarlo a tutta la curva dall’alto dei cancelli sui quali i coordinatori della tifoseria erano in equilibrio precario. Marco Materazzi ha indossato una t-shirt su cui c’era scritto “nun è successo”, concludendo così il tormentone romanista. Insomma, è stata una bella giornata e al ritorno mi sono divertito a battere ripetutamente il palmo destro sul clacson.
Provini cinematografici e prove di allenamento
Pubblicato sabato 15 Maggio 2010 alle 17:30 da FrancescoIl mio ginocchio destro non mi consente ancora di riprendere a correre per venti chilometri, tuttavia adesso posso pedalare e sostenere tranquillamente le partite di calcio a cinque. Ieri sono tornato in sella alla mia mountain bike dopo un lungo periodo di lontananza dalla bicicletta e ho percorso una quarantina di chilometri con un ritmo blando per ricominciare a riabituare i muscoli a determinati movimenti. Nei giorni scorsi ho pensato di passare a una bici da corsa, ma i miei itinerari prevedono sempre un po’ di sterrato e dunque ho accantonato l’idea. Quest’oggi il maltempo non mi ha permesso di uscire in mountain bike e stamane mi sono recato a due casting per fare la comparsa in una produzione televisiva e in una produzione cinematografica di dubbia qualità. Durante il primo provino mi è stato chiesto di recitare la parte di un tossico e ho dovuto dire due battute piuttosto scadenti, a mio avviso. Quando mi è stato chiesto se avessi già avuto esperienze nel campo della recitazione io più o meno ho risposto in questo modo: «In seconda media ho interpretato controvoglia il ruolo del doge ne “Il mercante di Venezia”». Sono interessato alle piccole somme di denaro che potrei intascare con qualche comparsata e non ho alcuna velleità artistica. Durante il primo casting ho conosciuto due sessantenni simpatici di Viterbo che ho portato con me al secondo provino di cui loro non sapevano nulla. I due vegliardi hanno iniziato a fare le comparse circa cinque anni fa e durante il viaggio in auto mi hanno raccontato aneddoti divertenti in merito alle produzioni a cui loro hanno partecipato. Probabilmente non riceverò una chiamata per presentarmi su uno dei set, ma almeno ho fatto un tentativo e non escludo di farne altri.
Il ginocchio destro pare che abbia deciso di raccogliere i problemi del sinistro, ma d’altronde le coppie devono condividere tutto per rimanere tali. Pensavo che i dolori rotulei e meniscali si fossero pressoché estinti dalle mie articolazioni, ma purtroppo si sono limitati a traslocare di qualche centimetro in linea d’aria. Non sono un ortopedico e per adesso non intendo consultarne uno. Non posso correre né pedalare e sono già otto giorni che non svolgo attività fisiche troppo intense. Spero che il riposo possa giovare al mio ginocchio. Non pretendo di allenarmi tutta la vita, ma credo che smettere a venticinque anni sia un po’ presto. Non chiedo mai al mio corpo più di quanto possa dare, altrimenti adesso non sarei qui ad annotare questa ovvietà. Il tempo è migliorato nella mia zona e da qualche giorno il mese di maggio offre dei pomeriggi decenti per correre una ventina di chilometri. Mi sento un po’ fuori forma e probabilmente lo sono, ma il mio morale non ne risente e troverò una soluzione per rimettermi in carreggiata. Forse in questo periodo qualche economista vorrebbe esporsi al contagio del mio ottimismo. In maniera sporadica il mio equilibrio è composto anche da rialzi e ribassi. Un po’ di disavanzo interiore lo reputo accettabile e addirittura propedeutico per delineare ogni mia ripresa. Anche quest’oggi non ho granché da annotare a parte i guasti anatomici, ma la linearità della mia esistenza non mi provoca noia né fastidio. Tranne una guarigione celere, non vi sono in me desideri particolari. A differenza di qualche ministro io dormo bene e mi sveglio sereno. Devo ancora scrivere una dozzina di pagine per completare il mio secondo libro ed eseguirne la correzione. Non voglio addossarmi alcuna fretta poiché non ho una tabella di marcia da rispettare. L’estate si avvicina e io non mi allontano.
Malgrado la sue radici storiche, pare che la Grecia non riesca a prendere con filosofia il declino della sua economia e ad altre nazioni spetta l’ingrato compito di raccattare una colletta miliardaria. Pressoché ovunque si può pescare qualcosa di marcio, ma negli ultimi giorni pare che sia difficile farlo sulla costa della Louisiana. Un oceano prevalentemente blu è soltanto un razzista retrogrado che non accetta i peggioramenti dell’umanità, ma per fortuna qualche chiazza nera ha cominciato a trovare il suo posto tra le terre sommerse così come gli afroamericani hanno iniziato a ricoprire incarichi importanti nel governo statunitense. A Roma, la città eterna, si tengono puntualmente episodi di violenza gratuita che in un periodo di crisi perlomeno rimpinguano le cronache nazionali. La visibilità che viene concessa all’ostensione della Sindone, al miracolo di san Gennaro e alle dichiarazioni del Papa, mi induce a pensare che in Italia i fratelli Grimm avrebbero potuto assurgere al comando dello Stato. Intanto il terrorismo islamico riprova a fare il botto negli Stati Uniti e in questi anni un’esplosione del genere sembra l’unica possibile poiché un boom economico è alquanto improbabile. Io vivo lontano dalle vicissitudini intercontinentali e da quelle interiori, perciò lodo l’ultimo tempo di Usain Bolt sui duecento metri e mi gusto la pioggia odierna. Uno scandalo non dovrebbe attendere troppo a lungo per essere scoperto altrimenti potrebbe risentirsi per cotanta maleducazione. Il giornalismo d’inchiesta sembra sempre più raro, quasi quanto lo fu la figurina di Sergio Volpi quando quest’ultimo indossava la casacca della Sampdoria. Nella mia esistenza non ci sono novità rilevanti, però la crusca è entrata nella mia alimentazione: le fibre sono sempre benvenute dentro di me a patto che non bisticcino con il colon.