Nel mio comune c’è stata una tappa fondamentale per l’unificazione d’Italia e tra qualche anno una parte del suo territorio ospiterà una tappa altrettanto indispensabile per la rete autostradale. I costi del progetto saranno a carico dell’ambiente circostante e probabilmente assieme al valore delle case cadranno parecchi vincoli paesaggistici. A seguito di questo scempio qualcuno sarà costretto a cessare la propria attività e alcuni tra i residenti si vedrano costretti a vendere i loro immobili deprezzati. L’impatto ambientale stuprerà uno dei posti più belli d’Italia e un numero ristretto di persone trarrà un vantaggio economico da tutto questo. Il sindaco di Orbetello ricopre anche il ruolo di ministro delle infrastrutture e questo doppio incarico è un conflitto d’interessi che un emendamento di cinque anni fa ha reso legittimo. Il colore politico della dirigenza regionale è diverso da quello del primo cittadino di Orbetello, ma pare che in questa occasione le parti siano disposte a raggiungere un’intesa inconsueta. Non sono un egoista e non penso soltanto al mio orticello. I cantieri per l’autostrada devono essere aperti anche in Maremma, ma la costruzione dell’opera dovrebbe avvenire nel rispetto dell’ambiente e della popolazione locale invece di rendere conto esclusivamente alla ragioneria di Stato. Io sono super partes perché non ho mai votato e non ho intenzione di farlo. D’altronde non credo che con altri amministratori la vicenda avrebbe assunto un altro corso. Io so che nella politica italiana figurano anche persone oneste e immuni agli interessi privati, ma sospetto che queste siano una minoranza e di conseguenza dubito che possano ottenere abbastanza potere in un sistema democratico nel quale il garantismo finisce spesso per essere la scusa e lo scudo per macchinazioni ignobili invece di costituire l’esaltazione della partecipazione collettiva alla cosa pubblica. Oggi ricorre la liberazione d’Italia; ma quando la mia patria si affrancherà dalle mele marce che la vessano senza ritegno alcuno? Mi astengo perché la preferenza elettorale prevede una scelta, ma io quest’ultima non la vedo e nelle azioni dei politici quasi sempre scorgo un’uniformità sgradevole. In Italia vige ancora un sistema feudale e ogni vaniloquio sulla democrazia è destinato a restare tale per molto tempo ancora. In sintesi: vaffanculo, dio cane.
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