Ieri mi sono avventurato per la prima volta nel cuore di Taipei City. Io, che risiedo nella Taipei County, quando percorro i sei chilometri che mi separano dal centro della capitale, mi sento un po’ come Renato Pozzetto in “Ragazzo di campagna”. Sono passato sopra il fiume Xindian attraverso il ponte Zhongzheng e ho raggiunto per caso il tempio di Longshan al quale tuttavia dovrò pestare una visita più approfondita. Nel mio peregrinare mi sono ritrovato al Chiang Kai-shek Memorial Hall dove ho potuto mirare l’imponenza architettonica degli edifici e gli ampi spazi che ne separano i perimetri. Mi sono anche fermato a guardare i movimenti lenti e accurati di alcune persone che praticavano Tai Chi in un giardino attiguo al sito suddetto. Qualcuno crede che Taiwan faccia parte della Cina, ma in realtà è una nazione indipendente a cui Chiang Kai-shek ha dato vita dopo la sua dipartita dalla Cina continentale (con le riserve auree al seguito) che avvenne quando Mao assurse al potere in quel di Pechino. A me pare buffa e grottesca la politica estera di quelle nazioni che si rifiutano di riconoscere l’indipendenza di Taiwan per non incrinare i rapporti diplomatici con la Cina. A proposito di tensioni politiche: ho portato con me la maglia della nazionale giapponese di calcio, ma ovviamente non la indosso per le strade di Taipei e la uso esclusivamente per dormire.
In quest’ultima fotografia mi sono immortalato presso il fiume Xindian. In lontananza è visibile il ponte Zhongzheng. Avevo appena mangiato un baozi e forse stavo pensando a come fosse identico in tutto al nikuman giapponese benché sia quest’ultimo a derivare dal primo.
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