Dopo l’annullamento del viaggio in Pakistan e Malesia ero convinto che sarebbe trascorso molto tempo prima che in me ricomparisse la voglia di partire, ma evidentemente mi sbagliavo. Ho riorganizzato le risorse materiali e la mia disposizione interiore in breve tempo. Come al solito mi sono occupato dei preparativi da solo per risparmiare denaro e così nell’arco di pochi giorni sono riuscito ad approntare ogni cosa: un vero blitz. Il mio modus operandi si rivela sempre efficace e consente alla mie tasche di non alleggerirsi più del necessario. La mia destinazione si trova ancora in Oriente e questa volta corrisponde al nome di Taiwan. Resterò sull’isola per quasi un mese, sempre che il mio aereo non precipiti. Farò un breve scalo a Hong Kong, ma là non mi fermerò neanche un giorno. Sì, per me è venuto il tempo di mangiare nuovamente con le bacchette. I miei compagni di viaggio sono sempre i soliti: la musica, la lettura, la riflessione e un’inclinazione naturale per le avventure solitarie. È la quarta volta che mi reco in Estremo Oriente e dunque posso vantare un po’ di esperienza in quell’angolo del mondo, tuttavia ciò non appiattisce minimamente il piacere dell’esplorazione. Finora, attraverso un approccio superficiale e discontinuo alla lingua giapponese, ho appreso il significato di almeno un centinaio di ideogrammi cinesi, perciò potrò riconoscere qualche insegna e qualche indicazione sebbene a Taiwan la diffusione dell’inglese sia maggiore rispetto alla Corea del Sud e al Giappone.
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