Ho continuato a usare le mie vecchie scarpe da running quando invece avrei dovuto cambiarle e il mio ginocchio sinistro ne ha risentito. Forse ho il menisco un po’ infiammato, ma non sono un ortopedico né un traumatologo e dunque non posso avere certezze a questo riguardo. Non correrò, non pedalerò e forse non giocherò a calcio per almeno una settimana, ma qualora il disturbo non dovesse cessare mi metterò nelle mani di un medico. Ho voglia di muovermi, ma rispetto l’impedimento fisico e attendo che il mio corpo si ristabilisca nelle sue parti dolenti: non approfitto di me stesso. La temperatura si è abbassata ulteriormente nella mia zona come in buona parte dell’Italia e dell’Europa, ma non ha trascinato con sé il mio umore e infatti sono avvolto da una serenità gelida. Non ho regali da impacchettare e per fortuna non devo neanche preoccuparmi di riceverne, tuttavia ho ordinato alcuni libri con i quali trascorrere i prossimi mesi: “Anime Morte” di Gogol’, “Sommario di Decomposizione” di Cioran, “I Masnadieri” di Schiller, “Morte a Credito” di Céline e “Sintesi dell’insegnamento” di Krishnamurti. Ultimamente ho scoperto Tommaso Landolfi e sono riuscito ad afferrare il senso di un passaggio su “Mesopotamia” nel quale Franco Battiato recita: “La vita cinica ed interessante di Landolfi, opposto ma vicino a un monaco birmano”. Intiepidisco le giornate invernali con il freddo esterno, la tranquillità interiore e il tepore che accompagna sempre il ristoro del mio sonno. L’unica cosa negativa che noto vicino a me è il segno dei gradi Celsius. Non ho richieste personali da inoltrare al nuovo anno né rimostranze da presentare ai dodici mesi che stanno per concludere il loro ciclo.