Ho deciso di compendiare in un unico appunto le mie impressioni su due concerti a cui ho assistito recentemente. Il dodici novembre sono andato al Qube di Roma per vedere una delle sporadiche esibizioni dei Prophilax. Conosco il gruppo capitolino da quando avevo quindici anni e i loro dischi hanno accompagnato tutte le fasi musicali che hanno contraddistinto la mia evoluzione come ascoltatore. Il pubblico è stato molto partecipe e mi sono aggregato al pogo per tutta la durata del live, inoltre ho cantato ogni pezzo tranne “Frate ‘n kiappetto” di cui non rammentavo il testo. Ceppaflex è un ottimo frontman e un grande intrattenitore, Sbohr è un virtuoso delle sei corde e lo apprezzo anche nelle vesti di chitarrista fusion. Non conoscevo il bassista né il batterista dato che si avvicendano ciclicamente, ma entrambi hanno fornito una grande prova e del primo ricordo con piacere un assolo sublime. L’acustica è stata perfetta e il grande Christian Ice ha dimostrato ancora una volta di essere un fonico preparato. Il gruppo ha suonato circa venti pezzi senza sbavature e nella loro scaletta le nuove produzioni sono state alternate bene alle tracce storiche. Il concerto è stato aperto da “Pornografia Unica Via” e si è concluso con la celebre “Dora Daccela Ancora”, ma dall’inizio alla fine sono stati proposti pezzi come “Ti Ano”, un inno all’uscita di servizio del corpo femminile, “Clerottura de Cojoni”, un’analisi oculata sull’associazione a delinquere che ha sede nel Vaticano, “Atac di Merda”, “Pompotron”, “Sono Un Pornografo”, pezzo inaspettato quanto gradito, “Me Prude Er Culo”, “Re Arcù” e altre gemme di nicchia tra cui quelle in cui figura anche Tizianal, una cantante piuttosto dotata (vocalmente) che ha partecipato all’ultimo album dei Prophilax. Un live eccezionale e gratuito: semplicemente perfetto.
Due giorni fa sono andato a Bologna per assistere al live dei Satyricon anche se il gruppo norvegese ormai è molto lontano dalle sonorità per cui lo ho apprezzato su dischi come “Dark Medieval Times”, “Nemesis Divina” e “The Shadowtrone”. Sapevo a cosa sarei andato in contro, ma ho deciso ugualmente di assistere a questo concerto poiché i Satyricon sono parte della storia del black metal e dunque il mio è stato un tributo a ciò che questo gruppo ha rappresentato per il genere suddetto. Prima dei Satyricon hanno suonato gli Shining che mi hanno fatto veramente cacare e hanno fornito la prestazione peggiore che io abbia mai visto dal vivo. Ancor prima hanno suonato i Dark Fortress che ho apprezzato molto e forse la loro parentesi è stata la nota più lieta della serata, tuttavia nonostante l’impegno e le capacità non ascolterei mai per intero uno dei loro dischi. I Posthum hanno suonato per primi e negli ultimi due pezzi mi sono piaciuti. Com’era prevedibile la scaletta dei Satyricon non mi ha entusiasmato, ma avevo già previsto tutto ciò. Frost dietro le pelli è una macchina e Satyr sa tenere benissimo il palco, ma sfortunatamente le loro ultime produzioni mi tediano.
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