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C’est la vie

Il maestrale culla a fasi alterne l’esordio settembrino e allieta ulteriormente le mie giornate. Ho a disposizione molto silenzio e quello che non riesco a consumare lo conservo dentro di me. Mi divido tra la pace dei sensi, l’ironia e la fisicità degli sforzi con i quali accudisco la mia scocca carnale. Esercito il mio libero arbitrio senza disturbare il mio prossimo né chiunque gli sia prossimo. Ho venticinque anni, ma anche se ne avessi novanta mi sentirei ugualmente giovane. Malgrado tutto anch’io sono un po’ educato e non occupo un posto nella società, ma lo cedo volentieri a qualunque persona che sia gravida di ambizioni. Viaggio leggero. Se il mio bagaglio di giudizi trascurabili venisse smarrito di certo non andrei a reclamarlo. Non voglio limitarmi a rinnovare gli elogi verso la vita e approfitto di queste righe virtuali per appuntare l’arrivo di alcuni ospiti nel mio giardino. Qualche settimana fa una gatta è stata abbandonata e si è rifugiata dentro il perimetro della mia abitazione assieme ai tre frutti del suo parto recente. Ho già battezzato i nuovi arrivati. La madre l’ho chiamata Enola, come l’Enola Gay, il maschio grigio De Gaulle, l’altro maschio Hirohito e la femmina Maginot, come la linea di fortificazioni d’oltralpe che fu voluta da André Maginot. I nuovi felini si aggiungono a Mata Hari e Eisenhower. Alla luce di tutto questo, penso che potrei aprire un rifugio per gatti e chiamarlo “Risiko”. Per qualche vita che viene, ce n’è qualcun’altra che va e questo vecchio adagio del mondo non smette mai di essere attuale. Durante l’estate sono spirate due persone nei dintorni della mia zona ed entrambe sono decedute lungo una strada che attraverso spesso a corsa o in bicicletta. Ho avuto sempre un contatto indiretto con la morte e forse è per questo motivo che non mi scompone sebbene un giorno mi decomporrà. Non ho bisogno di conoscere la data di scadenza della mia vita. Mi auguro sempre di vivere a lungo e di andarmene per una morte naturale, tuttavia se ciò non dovesse accadere non penso che avrei le forze per lamentarmi e di sicuro mostrerei un po’ di rigidità cadaverica nei confronti dei medici. C’est la vie.

Francesco

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