Da un po’ di tempo a questa parte ho ripreso a seguire le vicende calcistiche dopo diversi anni di profondo disinteresse. Già durante la scorsa stagione avevo cominciato ad avvertire la recrudescenza calcistica. Quando ero un ragazzino tifavo per la Juventus mentre oggi mi limito a sostenere la Francia. Quest’anno la Seria A ha offerto uno spettacolo piacevole e ci sono diverse partite che mi hanno tenuto incollato davanti al televisore. L’azione più bella che abbia visto in questa stagione è un’accelerazione incredibile di Pato su Mexes che ha portato il milanista a segnare un gol stupendo, ma anche il gol di Quagliarella contro il Napoli è stato qualcosa di impressionante e mi ha fatto sorridere come lo stesso attaccante dell’Udinese si sia meravigliato delle sua prodezza durante l’esultanza. Per quanto riguarda esclusivamente la Serie A dovrei annotare più di un gol di Ibrahimovic che al momento reputo il giocatore più forte al mondo, appena sopra Cristiano Ronaldo, Messi e Kakà. A me sono sempre piaciuti i fantasisti anche se ultimamente non se ne vedono molti e ricordo ancora quando Gianfranco Zola era uno dei più grandi rappresentanti di questa categoria. Durante la prima parte della stagione mi ha colpito il Catania di Walter Zenga (che ho trovato davvero divertente in una querelle televisiva con Variale) mentre in questa seconda parte del campionato penso che sia quasi inevitabile plaudire ai risultati un po’ sorprendenti del Genoa e del Cagliari. Io prediligo sempre Franck Ribery perché la sue giocate e il suo modo di intendere il calcio mi esaltano come poche altre cose sanno fare, tuttavia penso che meriti un palcoscenico più importante rispetto a quello che può offrirgli il Bayern Monaco e spero che un giorno lasci la Bundesliga per venire a giocare in Italia; quasi in ogni partitella indosso la sua maglia numero ventidue. Non ci posso fare nulla, il calcio è stata la mia prima passione e ancor oggi ogni volta che mi capita un pallone tra i piedi mi metto a palleggiare per rilassarmi, come se fosse una sorta di esercizio spirituale. Non ho mai giocato in una squadra e la poca tecnica che ho l’ho sviluppata da solo, ma se potessi tornare indietro spenderei tutte le mie forze in questo sport. Una giocata di un tipo come Cassano secondo me vale più di tante cose e per quanto possa suonarmi banale un’affermazione del genere io non riesco a convincermi del contrario. Non sono in grado di quantificare le ore che ho perso a calciare palloni sgonfi contro il muro esterno di casa mia. Spesso mi sono trovato a palleggiare in salotto, ma non ho mai fatto grandi danni. Sebbene il calcio sia un gioco di squadra io da piccolo lo praticavo da solo e mentre avevo la palla tra i piedi facevo la telecronaca delle mie azioni; se qualcuno mi avesse visto avrebbe avuto tutto il diritto di ritenermi autistico. Sono andato soltanto una volta allo stadio per vedere una partita; Seoul contro Pohang in Corea del Sud: difese ballerine e ritmi blandi. C’è un video che adoro in cui Franck Ribery e Luca Toni scherzano tra una giocata e l’altra: fantastico.
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