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Gerontocrazia di basso livello

Il maltempo continua a imperversare sulla mia zona, ma non mi disturba affatto. Ormai il mio stato d’animo è immutato da molto tempo ed è completamente estraneo alle condizioni atmosferiche che continuano a flagellare l’Italia in questi primi giorni di dicembre. Credo che il benessere psicofisico sia uno dei più grandi obiettivi a cui si possa ambire e di conseguenza sono soddisfatto per averlo ottenuto nel corso del mio primo ventennio. Una volta ho letto un’affermazione che mi è piaciuta molto e più o meno recitava in questo modo: “Essere minorenni e avere un cervello che funzioni è come essere milionari”. Questa frase assomiglia a un ventaglio che ho tentato di aprire con la mia interpretazione. La minore età combacia con fasi evolutive piuttosto tumultuose, tuttavia i problemi di questo arco di tempo sono apparenti e consumano molte energie che potrebbero essere spese in modo più produttivo o semplicemente risparmiate. A mio avviso un cervello funzionante alleggerisce enormemente la vita e ne incrementa il vigore poiché non deve più occuparsi degli sprechi emotivi che spesso vengono imposti dalla debolezza, dall’ignoranza e dalla pigrizia. Le droghe, le religioni, Bacco, tabacco e venere sono semplicemente riserve di energia dalle quali attingono le fasce più deboli dell’umanità, ma in questo contesto gli appartenenti a queste fasce non sono classificabili come tali per estrazione sociale o culturale: il male sa essere anche meritocratico. In altre parole un diciassettenne è capace di ottenere quello che alcuni adulti non saranno mai in grado possedere: la serenità. Io aborro la gerontocrazia e penso che il rispetto per le persone più anziane non sia dovuto in maniera maggiore rispetto a quello che ognuno deve al suo prossimo per mantenere il quieto vivere. Un vecchio coglione rimane un vecchio coglione malgrado gli onori che vengano tributati alla sua persona e la forte personalità di un ragazzo imberbe non potrà mai essere decurtata malgrado l’opinione di chi lo circonda. Ovviamente anche un vecchio coglione per essere ancora tale deve essere stato un giovane coglione e di conseguenza non è detto che i ragazzi siano sempre migliori degli anziani, ma a mio avviso è fondamentale sottolineare quanto ciò sia possibile e si verifichi poiché qualche matusa o qualcuno che si appropria precocemente di questo titolo si illude che il nonnismo possa imperare al di fuori delle caserme. Queste parole assumeranno un valore ulteriore quando sarò canuto, ammesso che riesca a raggiungere l’età per diventarlo. Da una parte e dall’altra taluni sprofondano nel gap generazionale e ogni tanto è divertente assistere alle loro cadute. L’età conta poco.

Francesco

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